Due Regioni diverse. Una al Nord, l’altra al Sud. Due cammini politici divergenti. Ma coincidenza ha voluto che l’arresto del governatore della Liguria Giovanni Toti con le accuse di corruzione sia arrivato proprio nel giorno del voto in aula per la mozione di sfiducia a Michele Emiliano proposta dal centrodestra dopo le inchieste giudiziarie che hanno travolto la Puglia. La notizia è rimbalzata rapidamente anche negli ambienti del centrosinistra pugliese, che non ha potuto fare a meno di cedere a parallelismi, e ha ridato fiato a chi ritiene strumentali le polemiche del fronte opposto sulla bufera politico-giudiziarie nel tacco d’Italia. Ma c’è un altro filo sottile che lega le due vicende e i due politici.
Il presidente della Regione Liguria è stato arrestato a seguito delle indagini condotte dal procuratore capo di Genova Nicola Piacente, originario di Terlizzi. Non un pugliese qualsiasi, ma lo stesso magistrato che ha dato il via alla sua carriera nel pool antimafia della procura di Brindisi. Accanto a lui, nella stessa squadra, c’era quel Michele Emiliano pm prima dell’ingresso in politica.
Per Leonardo Donno, deputato M5S e coordinatore regionale Puglia, «l’inchiesta che ha portato agli arresti del presidente della Liguria, Giovanni Toti, rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme che non può più essere ignorato. Non si può restare fermi a guardare di fronte allo sconcertante quadro di malaffare e corruzione che si sta sviluppando in diverse amministrazioni pubbliche da nord a sud. Non c’è più tempo: bisogna adottare atti concreti come il Patto per la legalità che il Movimento 5 Stelle ha presentato in regione Puglia e che dovrebbe essere esteso in tutta Italia. Occorre che tutte le forze politiche aprano una seria riflessione e sostengano questa iniziativa per scacciare la mala politica e il malaffare. A differenza degli altri partiti, ci stiamo battendo affinché la politica sia credibile: per farlo servono esempi, non giustificazioni. Servono azioni concrete per evitare che i cittadini perdano fiducia e per non dare via di scampo a chi vuole inquinare le istituzioni disonorandole».
LA PRECISAZIONE
Nella stesura originaria dell’articolo, pubblicato sul quotidiano di oggi, per una svista tanto involontaria quanto grave, si è erroneamente scritto “presidente della Regione Puglia” anziché “presidente della Regione Liguria” in riferimento all’arresto, ai domiciliari, di Giovanni Toti.
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, non è coinvolto in alcuna vicenda giudiziaria. Pertanto ci scusiamo della svista col diretto interessato e con i lettori.
Alfredo
Considerato che ormai è risaputo l’impiego di ex magistrati nella politica italiana, e guarda caso in maggioranza di sinistra, bisognerebbe che nel momento in cui fosse accertata l’innocenza dell’imputato, il magistrato che ha condotto le indagine venisse indagato per accertare e eventuali abusi e condannato con la perdita del posto di lavoro e risarcire personalmente il mancato reo. Poi auspico un accertamento con i servizi segreti sulla vita del magistrato che ha commesso l’abuso di potere in questo caso.
Alfredo
Considerato che ormai è risaputo l’impiego di ex magistrati nella politica italiana, e guarda caso in maggioranza di sinistra, bisognerebbe che nel momento in cui fosse accerta l’innocenza dell’imputato, il magistrato che ha condotto le indagine venisse indagato per accertare e eventuali abusi e condannato con la perdita del posto di lavoro e risarcire personalmente il mancato reo. Poi auspico un accertamento con i servizi segreti sulla vita del magistrato che ha commesso l’abuso di potere in questo caso.