Torture su un detenuto nel carcere di Foggia: chiuse le indagini su 10 agenti e 4 sanitari

Sono state chiuse le indagini sui 10 agenti della polizia penitenziaria, i tre medici e la psicologa accusati a vario titolo di aver partecipato alle presunte torture – o di averle coperte – ai danni un detenuto bitontino del carcere di Foggia, che sarebbero avvenute l’11 agosto del 2023.

Il detenuto invalido e affetto da problemi psichici, sarebbe stato “punito” perché il giorno prima si era fatto dei tagli con una lametta davanti a una vice ispettrice procurandole uno choc. Il 18 marzo scorso, le guardie di custodia erano finite ai domiciliari, per poi essere rimessi in libertà, ma per alcuni era scattata la sospensione dal servizio.

I legali degli indagati hanno ora 20 giorni per chiedere che i loro assistiti siano ascoltati o depositare memorie difensive e chiedere ulteriori indagini.

La reazione

Il segretario nazionale del Sappe (sindacato di polizia penitenziaria), Federico Pilagatti, si dice fiducioso che sarà dimostrata l’innocenza degli agenti, ma anche amareggiato perché la stessa Amministrazione penitenziaria ha creato i presupposti per l’accaduto. Pilagatti sottolinea che la presunta vittima «era un soggetto violento tanto da essersi reso inviso a quasi tutta la popolazione detenuta, e da aggredire in precedenza un agente». Nonostante questo, nessun provvedimento era stato preso nei suoi confronti.

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