Si allunga ancora la lista delle attività commerciali baresi che hanno subito un furto con spaccata. Questa volta a finire nel mirino dei ladri sono state la sede del patronato Caf Epas in via Cardassi e il ristorante “Stocotto” in via De Rossi. Entrambi in strade centrali della città.
Dal patronato, approfittando della chiusura per ferie, sono stati portati via pochi oggetti di valore: un notebook, una borsa da lavoro e una piccola somma utilizzata dai proprietari per il fondo cassa, a cui si aggiungono i danni per la riparazione delle vetrine.
A rendere noto l’episodio è stato lo stesso proprietario del Caf, Fabio Lamastra, che sulla sua pagina Facebook ha condiviso le immagini della sede vandalizzata commentando così le foto: «Bravi, non so cosa pensavate di rubare in un patronato. Vi aspetto di mattina, magari per lavorare per voi».
Sono ormai decine le attività che dall’inizio dell’anno sono state vittime delle spaccate. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Prefettura, tra maggio e giugno ci sono stati 17 furti, ma nel frattempo se ne sono aggiunti altri. Solo il mese scorso si erano verificati altri due episodi nella stessa serata ai danni del negozio di cosmetici Nyx professional Makeup e della vineria Mostofiore. La dinamica è sempre la stessa: i ladri colpiscono prevalentemente di notte in pochi minuti, sfondando le vetrine di ingresso e portando via quello che resta dell’incasso della giornata. E non si fanno problemi a tornare più volte nello stesso esercizio commerciale. «Io stesso ho subito due furti con spaccata nel giro dello stesso mese – racconta Vito Scalera della Fipe Confcommercio di Bari – Uguali le modalità e nel mio caso anche la persona che si è introdotta nel locale. Ormai sanno come è fatto il negozio e ogni volta che vengono agiscono con velocità e consapevolezza, ci stiamo purtroppo abituando, niente è cambiato negli ultimi mesi nonostante gli appelli alle forze dell’ordine. Ci troviamo in uno stallo».
I commercianti sono esasperati, e i danni economici arrecati dai furti con spaccata si sommano alla già difficile situazione legata agli aumenti esorbitanti dei costi di gestione dei locali. «Stiamo vivendo un momento critico tra gli aumenti dell’energia e dovunque ti giri emerge un problema – spiega ancora Scalera – In questo momento a spaventarci sono le bollette di luce e gas, senza contare che l’emergenza Covid potrebbe riemergere da un momento all’altro. Qualcosa purtroppo succederà nei prossimi mesi perché la situazione sta diventando insostenibile per noi. Se non cambia fino a dicembre è molto probabile che a gennaio tanti colleghi saranno costretti a non aprire, perché non sono in grado di sostenere i costi».