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Torna dopo 19 anni di carcere. I concittadini non lo vogliono

Anche se ha pagato il suo debito con la società, i suoi concittadini non l’hanno perdonato e ne chiedono formalmente l’allontanamento. Dopo 19 anni di carcere, Giacomo Campanella è ritornato nella sua Sannicandro, sperando di poter riprendere le fila della sua esistenza, interrotta a 25 anni. Nel 2003 è stato condannato per aver ucciso Domenico…

Anche se ha pagato il suo debito con la società, i suoi concittadini non l’hanno perdonato e ne chiedono formalmente l’allontanamento. Dopo 19 anni di carcere, Giacomo Campanella è ritornato nella sua Sannicandro, sperando di poter riprendere le fila della sua esistenza, interrotta a 25 anni.

Nel 2003 è stato condannato per aver ucciso Domenico Mariani, di 24 anni. E lo ha fatto, è stato proprio lui a confessarlo, per motivi sentimentali, visto che era ossessionato da Mariani con cui aveva una relazione non solo amichevole. Era una domenica mattina quando Mimmo, così lo conoscevano in paese, è scomparso dopo aver passato una notte a bere con degli amici.

L’ultimo avvistamento sotto casa della sorella, nel centro storico, dove testimoni l’avevano sentito urlare e chiamarla. La barista del pub, nel quale Mimmo aveva trascorso la serata, lo ricordava come visibilmente ubriaco. Da quel momento cessano i contatti tra il giovane e la famiglia, che non si allarma subito perché era solito dormire fuori.

Ma dopo un paio di giorni, non ricevendo più sue notizie, i genitori decisero di rivolgersi alla polizia che, dopo tre giorni, lo riconobbero in un corpo carbonizzato rinvenuto in una cantina di una palazzina in ristrutturazione.

A fare la macabra scoperta furono due operai, che ritrovarono il corpo. Le indagini condussero gli inquirenti ad indagare sull’amico di Mimmo, Giacomo appunto, anch’egli presente alle ricerche organizzate per ritrovare il 24enne.

Le accuse si basarono su tre indizi chiave: l’aver comprato una tanica di quattro litri di candeggina, con la quale ha spiegato di aver lavato casa; il fatto che era rimasto fuori casa fino a tarda notte proprio nelle ore della scomparsa dell’amico; e la circostanza che abitava a pochi metri dalla casa abbandonata dove è stato trovato il cadavere.

Dopo essere stato accusato, interrogato, e ritenuto colpevole, per lui si sono aperte le porte del carcere. Dopo 19 anni, però, in paese non hanno dimenticato e, al suo ritorno, i cittadini, riconoscendolo, hanno immediatamente avviato una protesta per cercare di allontanarlo dalla comunità. A far scattare l’indignazione l’atteggiamento del reo che è stato ripreso, in numerosi video, mentre gira per le strade della città raccontando a tutti i dettagli dell’omicidio. Da qui la reazione dell’intera cittadinanza che, nel tentativo di allontanarlo, ha avviato una raccolta firme.

«In paese quell’uomo così pericoloso non lo vogliamo – dicono all’unisono – non ci sentiamo sicuri. Invochiamo l’intervento della pubblica amministrazione e delle forze dell’ordine».

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