Un micro telefono cellulare e uno smartphone, entrambi dotati di cavo di ricarica, e un considerevole quantitativo di hashish sarebbero stati trovati all’interno del carcere di Potenza.
È quanto denuncia il segretario generale del sindacato di Polizia penitenziaria (Spp), Aldo Di Giacomo: «Se la notizia dovesse essere vera – afferma – il carcere di Potenza, che sembrava essere un’isola felice, non sarebbe rimasto immune dal fenomeno dello spaccio interno di sostanze stupefacenti o dal rischio che alcuni detenuti, tramite cellulari ricevuti in modo fraudolento ed illecito, potrebbero continuare a gestire i propri illeciti traffici esterni».
Per Di Giacomo, dunque, non c’è solo un problema di natura amministrativa perché la struttura è senza un direttore, ma c’è preoccupazione anche «perché se questi problemi si evidenziano ora che il carcere è per più della metà chiuso per ristrutturazione, cosa potrà avvenire quando questo opererà a pieno regime, raddoppiando il numero dei detenuti attualmente presenti?».
Per Di Giacomo «servirebbe che i vertici dell’Amministrazione regionale e centrale provvedano ad assegnare quanto prima un direttore titolare, in modo da poter avere una guida stabile e che possa dare direttive adeguate a fronteggiare l’attuale stato di criticità. Ricordiamo che al momento la direzione della Casa circondariale di Potenza è retta, con la presenza per due soli giorni a settimana, dalla direttrice della Casa circondariale di Melfi (Istituto quest’ultimo che ospita detenuti di “alta sicurezza”: mafiosi, camorristi, ‘ndranghetisti, ecc.). Tutto ciò non è ovviamente più sufficiente a garantire il buon funzionamento della gestione dell’Istituto potentino, che necessita di una presenza costante di un direttore titolare e di almeno un altro commissario dirigente», conclude Di Giacomo.