È di 12 anni di reclusione la condanna chiesta per l’imprenditore salentino Attilio Scarlino, amministratore unico dell’omonimo salumificio di Taurisano, a processo a Lecce per la morte di uno dei suoi operai, il 53enne Mario Orlando, avvenuta mentre l’uomo lavorava nell’azienda il 30 agosto del 2013.
La richiesta di condanna è della pm Carmen Ruggiero.
L’operaio era impegnato nelle operazioni di lavaggio dell’impastatrice quando, secondo l’accusa, le pale si azionarono nonostante la mancata chiusura del coperchio a causa dell’assenza degli interruttori di blocco e «della manomissione del sistema di arresto di emergenza».
Insieme ad Attilio Scarlino sono imputati davanti al giudice monocratico Elena Coppola, il fratello dell’imprenditore, Antonio, delegato alla sicurezza interna e altre sei persone per le quali le richieste di condanna vanno dai 4 agli otto anni.
I reati contestati per tutti spaziano da morte come conseguenza di altro delitto, a quello di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, fino alle false informazioni al pubblico ministero e al favoreggiamento.