Nove reperti archeologici, risalenti al periodo compreso tra il quinto e il terzo secolo avanti Cristo, sono stati sequestrati dai carabinieri del nucleo Tutela del patrimonio culturale di Bari in un’abitazione privata a Taranto.
Gli oggetti rinvenuti sono risultati privi della documentazione che ne attestava il legittimo possesso da parte di chi li conservava né erano stati segnalati alla Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo di Taranto.
Il possessore dei reperti è ora indagato perché i beni archeologici, presumibilmente ritrovati sul territorio italiano, sono dello Stato e il privato che intenda rivendicarne la proprietà deve fornire prova che gli siano stati assegnati o ceduto. Documenti che l’indagato non aveva.