Disponibilità finanziarie del valore di 9,6 milioni di euro sono state sequestrate a 3 indagati accusati di bancarotta fraudolenta in merito al fallimento di una società per azioni, che operava nel campo della produzione e commercializzazione di porte e infissi, con sede a Mottola, nel Tarantino.
L’indagine, svolta dalla Guardia di Finanza del capoluogo ionico, è partita dopo la denuncia, nel settembre 2017, di alcuni ex dipendenti della società.
Secondo l’accusa, il fallimento della S.p.A. sarebbe stato pilotato dagli indagati, al fine di svuotare di ogni asset la società, «attraverso mirate condotte distrattive e di proseguire l’attività di produzione e vendita di infissi a mezzo di altra s.r.l., dagli stessi controllata». Gli indagati avrebbero così ottenuto vantaggi economici servendosi di un’altra società formalmente intestata a un “prestanome”.
Nello specifico, all’esito delle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Taranto, sarebbe emerso che la S.p.A. fallita, dal 2012 sino alla data del fallimento, avrebbe rinunciato ad esigere crediti vantati nei confronti di una società controllata per un valore complessivo di oltre 8.750.000 euro. Inoltre, gli amministratori avrebbero ottenuto compensi pari a circa 600mila euro pur in presenza di forti perdite d’esercizio e avrebbero effettuato prelievi di somme pari a circa 250mila euro, direttamente dalle casse della società senza alcuna giustificazione.
Il provvedimento di sequestro preventivo è stato emesso dal gip del Tribunale di Taranto su richiesta della locale Procura della Repubblica ed è stato eseguito dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Gdf di Taranto.