Autobus fermati perché insicuri. Il giudice dà ragione al dipendente dell’Amat sospeso dal lavoro. Ora l’azienda dovrà reintegrare Gianluca Di Serio, ex autista e responsabile per la sicurezza della Filt Cgil. A luglio del 2019 era stato raggiunto da un grave provvedimento disciplinare con sospensione dal lavoro e dal relativo stipendio. Ora il giudice del lavoro Lorenzo De Napoli ha stabilito che dovrà tornare al suo posto e essere risarcito degli stipendi non percepiti.
L’Amat lo accusò di aver danneggiato l’azienda bloccando due corse di linea stabilendo che tre autobus erano in avaria e non potevano circolare per questioni di sicurezza. Il lavoratore aveva prima segnalato il mancato funzionamento del blocco che consente di tenere le porte dell’autobus aperte durante la salita dei passeggeri e poi aveva riscontrato un taglio in senso verticale lungo circa dieci centimetri lungo la carrozzeria di un altro mezzo, che per via dei lembi sporgenti poteva causare danni anche a qualche passeggero. Ritenendo i mezzi pericolosi per gli autisti e soprattutto per l’utenza, aveva deciso di segnalare i danni e fermare i bus.
Per il giudice si comportò bene, la sua prudenza evitò che lavoratori e utenti potessero farsi male. «Questa storia è durata molti anni e ora, finalmente, restituisce dignità e giustizia per primo al lavoratore sospeso ingiustamente» commenta Francesco Zotti, segretario provinciale della Filt Cgil. «La manutenzione dei mezzi resta a tutt’oggi un nervo scoperto per l’azienda e una linea meno dura, di dialogo, così come cercata dal sindacato, avrebbe sicuramente evitato uno sperpero di tempo e di denaro pubblico, giacché l’azienda municipalizzata vive con i soldi dei contribuenti».