Sciarpe rosso-blu del Taranto, le note di “Sogna, ragazzo, sogna” di Roberto Vecchioni e tantissime persone hanno accolto, all’esterno della Concattedrale Gran madre di Dio, il feretro di Massimo Battista, ex operaio dell’Ilva e consigliere comunale del capoluogo ionico, morto ieri a 51 anni dopo aver lottato contro un male incurabile.
Battista, eletto nel Consiglio comunale con il Movimento 5 stelle che poi aveva lasciato, ha fatto della battaglia contro l’inquinamento uno dei fari del suo impegno politico e civile. È stato tra i promotori del comitato Liberi e Pensanti di Taranto e tra gli organizzatori del concerto del Primo maggio.
Tanti i messaggi di cordoglio e gli striscioni esposti all’esterno della chiesa. Uno esposto dai tifosi del Taranto recita “Il ricordo di una vita ben spesa è eterno. Ciao Massimo“, su un altro si legge: “La tua forza è il nostro esempio la tua assenza un vuoto immenso“.
A celebrare il rito funebre il parroco della concattedrale don Ciro Alabrese. Battista lascia moglie e tre figli e un’intera comunità che oggi si è ritrovata per dare l’ultimo saluto a un uomo che ha lottato per la sua città.