Taranto, 73enne morì per esposizione all’amianto: «L’Inail riconosca la malattia professionale»

L’Inail dovrà riconoscere la malattia professionale di Pasquale Laperchia, deceduto per un mesotelioma pleurico che sarebbe stato causato dall’esposizione all’amianto durante il periodo in cui lavorava per le Ferrovie dello Stato.

È quanto ha stabilito il tribunale di Taranto. A darne notizia è l’Osservatorio nazionale Amianto che sottolinea come la condanna sancisca il riconoscimento professionale della malattia e dà diritto alla richiesta del risarcimento del danno.

Il legale della famiglia, Ezio Bonanni, presidente Osservatorio nazionale Amianto, ha già emesso l’atto della messa in mora: di 500mila euro per il danno subito dall’uomo, e di circa ulteriori 400mila per ognuno dei due figli orfani, Dario e Igor, ai quali si aggiunge anche il nipote, orfano di una delle figlie, adottato dallo zio per il quale è stato chiesto un ulteriore importo di 400mila euro.

Laperchia, nato e residente a Taranto, ha lavorato nelle Ferrovie per 35 anni come operaio manutentore. Durante questo lungo periodo è stato esposto quotidianamente all’asbesto senza adeguati dispositivi di protezione. Nel luglio 2019 l’uomo ha ricevuto la diagnosi di mesotelioma pleurico, una grave forma di cancro causata dall’inalazione di fibre di amianto, e nel 2020 ha presentato domanda all’Inail per il riconoscimento della malattia professionale, che è stata respinta. Nel 2021 il suo legale ha presentato ricorso ma nel corso del giudizio l’uomo è morto. Aveva 73 anni.

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