Il “tour delle siringhe”, come già lo chiama qualcuno, inizia da vico Federico II di Svevia e finisce a Largo Chiurlia. Pochi metri, percorsi ormai più dai turisti che da chi ci vive, disseminati di siringhe abbandonate, guano e rifiuti. «Non proprio una bella cartolina da visita», spiega il vicecoordinatore di Fratelli d’Italia Sergio Fanelli, a cui, però, si aggiungono le legittime preoccupazioni dei residenti: «Su queste strade giocano i nostri figli, ma ci sembra di essere tornati agli anni ‘80».
L’emergenza “eroina” è scoppiata di nuovo, nei quartieri del capoluogo, in maniera particolarmente vigorosa. Un allarme lanciato dalle tante associazioni che operano nel territorio nell’ambito del contrasto agli stupefacenti. Allarmi che, come si evince dalle strade del borgo antico, non sono campati per aria. Anzi, qui, in quel che certamente è il quartiere più frequentato e amato dagli stranieri, le siringhe, simbolo inequivocabile del consumo di eroina, aumentano a vista d’occhio. L’arnese dei tossicodipendenti, come racconta il coordinatore di FdI, si trova imboscato in ogni angolo del quartiere, segno inequivocabile «dei mancati controlli e del ritorno dell’eroina». «Abbiamo effettuato questo sopralluogo tra i vicoli del borgo antico e ci siamo accorti dello stato di degrado in cui tutto il quartiere versa», dichiara Fanelli. «Sicurezza, viabilità e igiene sono i grandi problemi di questa città – prosegue il vicecoordinatore meloniano – e questi si fanno tutti sentire qui, a Bari Vecchia». Secondo Fanelli, la presenza delle siringhe allarmerebbe sopratutto le famiglie. «La percezione del rischio qui è più alta che altrove, ma si continua a fare una narrazione sbagliata della città, quella “da fiction”, quando qui è tornata l’eroina».
L’allarme, secondo l’autore della segnalazione, non riguarderebbe, però, solo il borgo antico. «Anche altre zone della città sono ritornate a essere piazze dello spaccio, come piazza Umberto, da dove i pochi esercenti rimasti vogliono scapparsene». A Bari Vecchia, però, data la ristrettezza delle strade che la caratterizzano, il problema è accentuato. E lo è soprattutto perché, nel giro di pochi metri, si concentrano decine di nuclei famigliari. «I nostri figli – lamenta una mamma – sono stati abituati da piccoli a giocare per strada. Ma da qualche mese a questa parte, siamo seriamente preoccupati perché sono aumentate le siringhe». La sensazione, dunque, «è quella di essere tornati agli anni ‘80, quando camminavamo per strada con la paura di beccare l’Aids».