Tangenti per appalti nel dissesto idrogeologico: chiesta la revoca dell’interdizione per Sannicandro

L’avvocato Michele Laforgia, difensore dell’ex direttore generale di Asset Puglia Elio Sannicandro, ha presentato appello al tribunale del Riesame per chiedere nuovamente la revoca dell’interdizione dai pubblici uffici per il suo assistito, indagato per corruzione nell’ambito di un’inchiesta su presunte tangenti in cambio di appalti per il dissesto idrogeologico.

Una precedente istanza era stata respinta dal gip di Bari, Giuseppe Battista (che aveva disposto originariamente la misura), perché il quadro indiziario nei confronti del dirigente è stato giudicato «sostanzialmente immutato».

Sannicandro, pochi giorni dopo la notifica della misura, si è sottoposto a un lungo interrogatorio davanti al gip in cui ha sottolineato l’assenza di rapporti illeciti con gli imprenditori coinvolti nella vicenda (in particolare con Antonio Di Carlo, per cui oggi il Riesame ha disposto gli arresti domiciliari al posto della detenzione in carcere) e ha negato di aver ricevuto tangenti.

Circostanze che, secondo il suo avvocato, sono «ampiamente riscontrate» dagli atti di indagine.

I fatti per cui Sannicandro è indagato risalgono al periodo tra il 2019 e il 2020, quando il dirigente ricopriva il ruolo di soggetto attuatore della commissione regionale per il dissesto idrogeologico.

Per la Procura avrebbe ricevuto 60mila euro da Di Carlo, imprenditore di Lucera, in cambio di appalti per lavori al torrente Picone e a lama Lamasinata, a Bari.

In casa di Sannicandro gli inquirenti trovarono e sequestrarono durante le indagini 8.500 euro in contanti, ritenuti parte di quella tangente.

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