Mario Lerario, ex dirigente della Protezione civile pugliese, e l’imprenditore Antonio Illuzzi, accusati di concorso in corruzione per due presunte tangenti da 35mila euro che il secondo avrebbe versato al primo in cambio di alcuni lavori da 2,2 milioni, hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato.
I due sono assistiti rispettivamente dagli avvocati Michele Laforgia e Guglielmo Starace.
«Illuzzi, con cui all’epoca mi sono incontrato più volte per ragioni attinenti al mio ruolo in Regione, non mi ha mai offerto, né tantomeno consegnato somme di denaro», ha detto Lerario in udienza. «Io invece volevo chiedergli informazioni su un fornitore di materiali per l’edilizia, in quanto in quel periodo mi stavo occupando della ristrutturazione di un mio immobile. Ho preferito recarmi in un bar esterno – ha aggiunto – per evitare perdite di tempo. Illuzzi, nell’occasione, mi ha fatto vedere alcune carte, indicandomi che per alcuni lavori le sue richieste erano state decurtate o non erano state ancora pagate: a questo evidentemente si riferiscono le cifre “10” e “25” pronunciate». Per la Procura, invece, quelle cifre indicherebbero due tangenti.
Nella vicenda è coinvolto anche l’ex funzionario regionale Antonio Mercurio, accusato con Lerario di concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e abuso d’ufficio. Assistito dall’avvocato Roberto Eustachio Sisto, a differenza degli altri due ha scelto di proseguire con rito ordinario, e nell’udienza di oggi ha difeso gli atti amministrativi da lui firmati dichiarando di non aver mai preso tangenti.
L’udienza è stata rinviata al 26 febbraio, data in cui il gup Giuseppe Ronzino deciderà sugli abbreviati e in cui verrà discussa l’udienza preliminare per Mercurio.
Per altre tangenti, Lerario è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione in abbreviato.