Tangenti nella protezione civile pugliese, la testimonianza in aula: «I lavori affidati per telefono»

Nuova udienza, oggi, per il processo che vede imputato l’imprenditore Donato Mottola, titolare dell’azienda Dmeco, a giudizio con l’accusa di aver versato una mazzetta da 20mila euro all’allora capo della Protezione civile pugliese Mario Lerario, che era anche responsabile dell’emergenza Covid.

Lerario è già stato condannato con rito abbreviato a 5 anni e 4 mesi di reclusione per avere intascato questa ed un’altra tangente da 10mila euro da un altro imprenditore (anche lui già condannato).

Oggi in aula è stato ascoltato l’ingegnere Claudio Forte, direttore dell’area gestione tecnica del Policlinico di Bari e testimone della difesa.

«Nel periodo dell’emergenza Covid – ha detto Forte – ho ricevuto l’incarico di progettare i container per il nuovo reparto di terapia intensiva dell’ospedale Perrino di Brindisi solo telefonicamente. Un giorno mi chiamò il dottor Vito Montanaro, direttore del dipartimento Salute della Regione, dicendomi di occuparmi del progetto e che c’era bisogno di fare presto. L’incarico non è mai stato formalizzato, nonostante le mie richieste».

Forte ha aggiunto: «Mi fu detto di predisporre un progetto nel più breve tempo possibile e così feci. All’epoca le procedure erano molto sbrigative, le modifiche in corso al progetto spesso mi venivano indicate direttamente dai medici a seconda delle necessità. Normalmente, invece, per poter apportare delle modifiche è necessario un provvedimento della direzione sanitaria dell’ospedale. Che nel caso del Perrino non ho quasi mai ricevuto».

Anche gli altri testimoni portati oggi in aula dagli avvocati Vito Belviso ed Elisa Marabelli hanno confermato quanto, nel periodo della pandemia, le procedure fossero più veloci rispetto al normale e il lavoro enormemente aumentato: «Lavoravamo praticamente dalle 6 di mattina alle 22 – ha detto Giuseppe Colaninno, operaio montatore – c’era un’emergenza e c’era bisogno di portare a termini i lavori in tempi brevi. In 2-3 settimane riuscimmo a svolgere gran parte dei lavori nell’ospedale Perrino di Brindisi».

Altri cinque testimoni della difesa verranno ascoltati nella prossima udienza fissata per il 21 settembre.

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