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Tabaccaia uccisa a Foggia, un bimbo telefona ai carabinieri: «Grazie per l’arresto del colpevole»

Dopo il fermo del 43enne, accusato di aver rapinato e ucciso la tabaccaia a Foggia, un bambino di sette anni ha chiamato i carabinieri per ringraziarli. A raccontare l'accaduto sono stati gli stessi militari che hanno indagato sul caso. «Vi ringrazio per l'arresto di ieri», ha detto il bambino ai militari. Il procuratore della Repubblica…

Dopo il fermo del 43enne, accusato di aver rapinato e ucciso la tabaccaia a Foggia, un bambino di sette anni ha chiamato i carabinieri per ringraziarli. A raccontare l’accaduto sono stati gli stessi militari che hanno indagato sul caso.

«Vi ringrazio per l’arresto di ieri», ha detto il bambino ai militari. Il procuratore della Repubblica di Foggia Ludovico Vaccaro ha sottolineato di aver ascoltato la telefonata: «È bello che un bambino di sette anni abbia voluto esprimere il suo ringraziamento». Del resto i carabinieri hanno sottolineato che il fatto aveva destato «allarme sociale» e anche questo è stato motivo di ulteriore impegno per risalire al responsabile.

Gli inquirenti, intanto, confermano che il movente del delitto è la rapina. È quanto emerso nel corso della conferenza stampa tenuta dal procuratore di Foggia. Durante l’incontro è stato ribadito che il fermato si è cambiato gli abiti e che il cellulare, portato via all’anziana, era stato «venduto a terzi che hanno collaborato con noi nella ricostruzione di questa dinamica».

Vaccaro, durante la conferenza stampa, ha affermato che «Foggia è una città insicura oggettivamente, poco illuminata in determinate zone e questa mancanza di illuminazione e di videocamere incrementa i reati. Chiedere collaborazione senza garantire sicurezza non ha efficacia, ecco perché insisto sulla necessità di incrementare le videocamere pubbliche e il sistema integrato con quelle private», ha continuato evidenziando che «non bisogna dimenticare le difficoltà da cui siamo partiti, l’assenza delle telecamere ha determinato enormi difficoltà iniziali. Anche le telecamere private sono poche ma queste ci hanno consentito ottenere immagini utili».

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