Da Taranto a Trani, numerosi episodi che generano allarme nel mondo dei penitenziari. A lanciarlo è il Sappe, il sindacato degli agenti penitenziari: nella giornata di lunedì 24 aprile, a Taranto, nel reparto infermeria un paio di detenuti con problemi psichiatrici avrebbero accerchiato e poi minacciato, a parole e con delle lamette da barba (nascoste nei vestiti), due dottoresse, di cui una specialista in psichiatria impedendo loro di allontanarsi dal reparto. Fortunatamente l’unico poliziotto presente non si è perso d’animo, e mentre lanciava l’allarme via radio, è riuscito a tenere a bada i detenuti fino all’arrivo dei rinforzi che sono riusciti a scongiurare il peggio.
Sempre a Taranto nella giornata di domenica 23 un detenuto di origini siciliane arrestato il giorno prima si è suicidato prima della convalida prevista il giorno dopo. E poi ancora violenza con detenuti del nuovo padiglione che hanno sfondato il gabbiotto in cui si riparava il poliziotto, poiché non volevano aspettare l’arrivo dell’infermiere.
La giornata di domenica si è chiusa a Taranto con altra violenza: un detenuto si è auto lesionato con una lametta, mentre un l’altro in preda ad un raptus ha devastato la camera in cui si trovava.
Sempre a Taranto, nella notte del 24, un detenuto di origini tarantine con due anni da espiare (per maltrattamenti) è morto per arresto cardiaco, poco dopo essere stato dimesso dall’ospedale per un malore avvenuto il giorno prima.
Nella giornata di Martedì invece un detenuto ristretto nel carcere di Trani, nativo di Andria di circa 50 anni si è suicidato nella propria stanza legando i lacci delle scarpe ed impiccandosi alle grate della cella: doveva scontare altri 5 anni per ricettazione e resistenza.
Per questo i sindacati della polizia penitenziaria a seguito dell’ennesima aggressione avvenuta nel carcere di Lecce tutti insieme nelle giornate di ieri ed oggi, hanno indetto un sit in davanti al penitenziario poiché la misura è colma.