Daspo di due anni per il 44enne tarantino che, ieri, ha strappato la sciarpa del Bari a un gruppo di studenti baresi in gita nel capoluogo ionico.
È quanto ha disposto il questore di Taranto a seguito dell’identificazione dell’uomo, possibile grazie ai video registrati dagli studenti, diventati virali sui social, in cui prima lo si vede minacciare la scolaresca a cui intima di riporre negli zaini sciarpe e maglie, e poi strappare la sciarpa del Bari dalle mani di un giovane studente.
A riportare la calma sono stati i docenti e la guida turistica che accompagnava la scolaresca nel capoluogo ionico.
Il provvedimento è stato firmato dal questore di Taranto, Massimo Gambino, perché il comportamento del 44enne “ha generato un clima di sconcerto tra i giovani studenti che si sono allontanati impauriti”. Inoltre, l’episodio è avvenuto “nella zona della città abitualmente meta di studenti e turisti oltre che sede di numerose e caratteristiche attività commerciali”.
Per i prossimi due anni, dunque, l’uomo non potrà accedere a eventi e manifestazioni sportive.
Solidarietà agli studenti baresi
Agli studenti baresi, intanto, arriva la solidarietà della città attraverso il vicesindaco Gianni Azzaro, titolare anche della delega allo Sport.
Quello di ieri, afferma, è stato un episodio che «non può cancellare l’impegno che ogni tarantino sta ponendo nella sfida di far rinascere la città». Un episodio che «non può rappresentare Taranto, città che ha riscoperto la sua vocazione all’accoglienza di ogni genere, alla promozione dei valori dello sport, alla costruzione di un modello turistico maturo».
Azzaro sottolinea che «proprio questa nostra ritrovata maturità ci deve spingere a essere solidali con quegli studenti baresi che in Città Vecchia hanno vissuto una parentesi da dimenticare, anche grazie alla solidarietà che tanti, la totalità dei tarantini, ha espresso nei loro confronti. La comunità ha gli anticorpi necessari per isolare chi intende ancora la passione per i colori sportivi come l’espressione di un sentimento tribale, facendo un torto enorme proprio alla nobile storia della tifoseria cittadina», prosegue.
«Se abbiamo investito nel turismo, se abbiamo puntato ad assumere un ruolo di riferimento come capitale mediterranea dello sport, è solo per quei ragazzi che sanno ancora vivere la genuinità di una passione che è fatta di tradizione, appartenenza, spontaneità. Non c’è mai dolo, quando il tifo è ispirato a questi principi; ce n’è tanto, troppo, quando l’arroganza di marcare il territorio prende il sopravvento», aggiunge. «Per questo continueremo a credere nel valore intrinseco dello sport, non nella sua versione deteriore. Non ci vergogniamo di quel che è accaduto, siamo invece orgogliosi di come la città abbia preso le distanze da un singolo, sparuto e marginale episodio. In questo esito abbiamo trovato la natura vera di Taranto, la nostra natura. E saremo sempre da quella parte», conclude.