Strage di San Marco in Lamis: ergastolo confermato per il basista

Ergastolo confermato per il 42enne di Manfredonia Giovanni Caterino, ritenuto il basista della strage del 9 agosto 2017 quando nei pressi della stazione dismessa di San Marco in Lamis, in cui furono assassinati il boss di Manfredonia Mario Luciano Romito, uscito da poco dal carcere, il cognato Matteo De Palma e i fratelli Luigi e Aurelio Luciani, assassinati perché testimoni scomodi dell’agguato.

I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Bari, accogliendo il ricorso della Procura, hanno inflitto a Caterino anche la pena accessoria dell’isolamento diurno che era stata esclusa in primo grado nonostante le richieste del pm della Dda Luciana Silvestris, che aveva presentato ricorso.

Caterino era già stato condannato all’ergastolo in primo grado nel novembre 2020 al termine del processo che è stato celebrato in Corte d’Assise a Foggia.

L’uomo è detenuto dal 16 ottobre 2018 quando venne arrestato perché, secondo l’accusa, avrebbe pedinato nei giorni precedenti alla strage di mafia il boss manfredoniano. Caterino si è sempre proclamato innocente.

L’isolamento diurno è stato inflitto perché l’imputato è stato condannato per aver commesso reati in concorso con quelli puniti con la pena dell’ergastolo. In appello l’accusa è stata sostenuta dal sostituto procuratore generale Giannicola Sinisi.

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