Statte, colpì il rivale con 17 coltellate: indagato il fidanzato della “ex”

C’è un indagato, un uomo di Statte di 36 anni, nel fascicolo del pm Marzia Castiglia sul terribile accoltellamento di un 37enne originario di Martina Franca ma residente a Statte, trovato dai carabinieri privo di sensi in una pozza di sangue durante la notte tra il 16 e il 17 luglio scorsi.

L’uomo, che nei giorni scorsi ha subìto una perquisizione, è accusato di tentato omicidio con l’aggravante della crudeltà ma al vaglio della procura ci sarebbe la posizione di altre tre persone, una donna e due uomini, che erano nella sua auto al momento della violenta aggressione.

All’origine della lite ci sarebbero motivi passionali. Sembra infatti che la vittima sia l’ex compagno dell’attuale fidanzata dell’indagato. Secondo una prima ricostruzione, effettuata anche grazie alla testimonianza della vittima, prima ci sarebbe stato un inseguimento in auto. Poi l’aggressore avrebbe sbarrato la strada all’auto del rivale in amore, costringendolo ad accostare in una stradina adiacente a via Taranto. E dopo un diverbio si sarebbe passati alle mani. Durante la colluttazione, all’improvviso, sarebbe spuntato un coltello. L’aggressore non si è fermato a un fendente ma ha colpito in più parti vitali la vittima almeno 17 volte, lasciandolo riverso sull’asfalto in una pozza di sangue. È stata una pattuglia dei carabinieri a trovare l’uomo ferito intorno alle quattro del mattino, privo di sensi sull’asfalto.

I militari hanno subito lanciato l’allarme chiedendo il soccorso del 118. Il ferito è stato ricoverato al Santissima annunziata in prognosi riservata ed è stato in coma per 25 giorni. Ha subito un intervento chirurgico per le gravi ferite riportate all’addome e ha perso la funzionalità di un occhio, colpito da una coltellata.

Secondo quanto raccontato dalla vittima, subito dopo l’aggressore è risalito in auto per darsi alla fuga. Gli investigatori dell’arma hanno estrapolato le immagini delle telecamere di sicurezza della zona per trovare conferma al racconto della vittima. Secondo la pm, la violenza delle coltellate inferte dall’aggressore era diretta «in modo non equivoco a cagionare la morte».

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