«Guardi, io ogni volta che devo buttare la spazzatura rischio di essere investita, o da una bici, o da un monopattino oppure da una macchina». Ancora incidenti, ancora pista ciclabile, ancora polemiche e lamentele dei residenti. Si consuma nell’arco di una mattinata l’ennesima polemica sulla striscia di asfalto che corre in parallelo al marciapiede in corso Vittorio Emanuele, cuore del murattiano.
Sono le 11, circa, quando un giovane in sella a una bicicletta viene urtato da un’auto e finisce per terra, a centro strada, tra le macchine che sfrecciano. Il ragazzo perde sangue dalla testa ma è lucido, e così mentre aspetta un’ambulanza che arriverà dopo 20 minuti, spiega che stava percorrendo la pista ciclabile in direzione del Comune di Bari quando l’auto ha aperto improvvisamente lo sportello e lui ha perso il controllo della bici, precipitando sull’asfalto.
L’auto in questione è una Fiat 500, gli occupanti sono fermi con lui e con i curiosi ad aspettare i soccorsi. Nel frattempo, mentre la piccola folla si nutre e cresce, cominciano a fioccare le invettive sulla gestione della viabilità: «guardi, guardi, tutte queste cicatrici sulle gambe – attacca un uomo, anche lui in bici, arrivato da Bari vecchia – me le sono fatte su questa pista, è assurdo». E non è il primo, se si considera che un paio di mesi fa l’associazione BariEcoCity aveva avviato una petizione per chiederne la rimozione e la realizzazione di una nuova da Torre Quetta a San Francesco.
«Quella pista in corso Vittorio Emanuele – si leggeva nella petizione – si è rivelata pericolosa perché le portiere delle auto, una volta aperte possono colpire i ciclisti in transito e anche per la presenza dei bidoni». Profetici, perché è esattamente quello che è accaduto ieri.
«Chiediamo – scrivevano nel testo della petizione – che l’amministrazione realizzi una più idonea, sicura e salubre pista ciclabile in adiacenza dell’intero tratto stradale costeggiante il lungomare di Bari e avente inizio dalla zona di Torre Quetta” e termine nella zona della spiaggia San Francesco».
E nelle ore successive sono state raccolte le firme alla presenza dei commercianti di corso Vittorio Emanuele. La petizione è proseguita sulla pagina Facebook e online su change.org, e il 22 aprile le 400 firme sono state consegnate al sindaco Antonio Decaro.