Sparò a boss e suo figlio a Nettuno: fermato imprenditore foggiano

È stato eseguito dalla Squadra Mobile di Roma e di Foggia, coadiuvate dalla Squadra Mobile di Trieste, un provvedimento di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma nei confronti di Antonio Fratianni, 56 anni, imprenditore foggiano accusato di essere l’autore materiale del tentato duplice omicidio commesso a Nettuno il 2 marzo scorso nei confronti di Antonello Francavilla, ritenuto al vertice della “società foggiana”, e del figlio 15enne.

Quel giorno la vittima e il figlio sono stati oggetto di numerosi colpi di arma da fuoco all’interno di un’abitazione a Nettuno in via Greccio 14, dove Francavilla era sottoposto agli arresti domiciliari.

L’attività d’indagine avviata dalla Squadra Mobile capitolina e dall’omologo ufficio investigativo di Foggia, con il coordinamento della Dda di Roma, ha consentito di ricondurre l’episodio ad ambienti criminali foggiani e di individuare in Antonello Francavilla l’obiettivo principale dell’agguato, accertando l’accidentalità del coinvolgimento del figlio. Elementi utili all’individuazione dell’autore del delitto sono stati acquisiti anche attraverso il collegamento investigativo tra la Direzioni Distrettuali Antimafia di Roma e Bari. Ulteriori indizi sono emersi dagli sviluppi investigativi di un successivo procedimento instaurato presso la Dda del capoluogo pugliese, relativo alla pianificazione dell’omicidio dell’imprenditore ad opera di sette soggetti, tra i quali un esponente di primissimo piano della consorteria mafiosa Sinesi-Francavilla, componenti un commando determinato ad uccidere. Nei loro confronti lo scorso 21 luglio, la Squadra Mobile di Foggia ha eseguito un provvedimento di fermo disposto dalla Dda di Bari, poi convalidato dal Giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Foggia, competente per la procedura di convalida, che ha anche emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i delitti di tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, tentata estorsione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo cocaina, tutti aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa.

Le motivazioni alla base del recente fallito agguato nei confronti dell’imprenditore a Nettuno, stavano nella mancata restituzione di una somma consistente.

Puntuali riscontri sono emersi anche dalle risultanze dei rilievi tecnici effettuati durante il sopralluogo dalla Polizia Scientifica, nonché dal contrasto della versione dell’accaduto fornita dal Fracavilla con le dichiarazioni rese da alcuni testimoni.

L’indagato, irreperibile sul territorio italiano all’atto di emissione del provvedimento di fermo, lo scorso 2 agosto, subito dopo aver varcato il confine italiano, è stato rintracciato a bordo di un veicolo mentre transitava sull’autostrada A4 Torino-Trieste e fermato all’altezza dello svincolo di Duino, nel Triestino.

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trieste, a seguito di convalida del fermo, richiesta dalla Procura del capoluogo friulano, competente per territorio, oggi ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Il fermo di Fratianni è una costola dell’operazione con cui il 21 luglio scorso gli agenti hanno arrestato sette persone tra cui l’altro boss, Emiliano Francavilla ritenuto al vertice del clan Sinesi-Francavilla, perché avevano progettato di uccidere la sera del 26 giugno proprio l’imprenditore edile foggiano. Agguato poi sventato grazie al tempestivo intervento della polizia. A quanto si apprende dalle indagini il movente del duplice tentato omicidio si celerebbe dietro una importante somma di denaro, circa 600 mila euro che Fratianni avrebbe dovuto restituire ad Antonello Francavilla.

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