Spaccate a Bari, l’appello di Decaro: «Denunciate o non può partire l’indagine»

In caso di spaccate, denunciate. È l’appello che il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ai titolari di esercizi commerciali che subiscono furti, dopo gli episodi degli ultimi giorni.

«Dopo la riforma Cartabia, nel caso di alcuni reati come i furti, anche se aggravati, l’unico modo per mettere le Forze dell’ordine nelle condizioni di fare il proprio lavoro è sporgere querela», afferma il sindaco. «Senza questo passaggio formale, a cura della persona offesa, è impossibile anche solo avviare una indagine – aggiunge -. Ci potranno essere immagini, telecamere o testimoni, ma nulla si può fare. Nemmeno procedere nel riconoscimento degli autori di questi reati che, seppur considerati minori nei codici, incidono moltissimo nella percezione della sicurezza per i cittadini e gli operatori economici».

Decaro si rivolge ai cittadini e in particolare alle vittime dei furti con spaccata avvenuti negli ultimi giorni rivelando che «purtroppo, durante il Comitato di Ordine e sicurezza pubblica tenutosi ieri, è emerso che nessun titolare delle attività che ha subito danni in questi giorni avrebbe sporto querela, rendendo impossibile allo stato lo svolgimento delle indagini, anche di fronte a prove concrete».

Decaro ringrazia il prefetto e tutti i vertici delle forze dell’ordine «per aver subito mostrato attenzione alle mie richieste seguite agli episodi di “spaccate” avvenute nei giorni scorsi».

«Il presidio delle Forze dell’ordine, così come l’attenzione sulla questione – aggiunge – resteranno costanti ma è importante che tutti facciamo la nostra parte. Dopo la riforma quindi denunciare diventa ancora più importante. L’atto di coraggio individuale può così anche rappresentare un’assunzione di responsabilità ‘collettiva’ che aiuta a migliorare la qualità e le condizioni di vita non solo per sé ma anche per gli altri e per la nostra città. Per questo invito tutti i titolari di attività economiche che dovessero subire atti predatori a sporgere querela formale – conclude – e a non limitarsi alla mera denuncia comunicativa sui social network, perché questa purtroppo non ha nessuna validità ai fini delle indagini e del lavoro della Magistratura e delle Forze dell’ordine».

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