Ha risposto alle domande della pm Chiara Giordano l’ex primario di Oncologia medica dell’istituto tumori Giovanni Paolo II, Vito Lorusso, arrestato il 12 luglio scorso, per concussione, peculato, truffa e accesso abusivo al sistema informatico sanitario.
È stato lo stesso Lorusso a chiedere di essere sentito dal pm.
Lo scorso 23 dicembre la misura degli arresti domiciliari è stata sostituita con quella dell’obbligo di firma.
Per l’accusa, Lorusso avrebbe chiesto soldi ad alcuni pazienti per accedere a prestazioni garantite dal Sistema sanitario nazionale, per abbreviare i tempi delle liste d’attesa o per facilitare dei ricoveri in ospedale.
Era stato lo stesso ex primario, una volta ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini a fine dicembre, a chiedere di essere interrogato dal pubblico ministero.
I suoi legali, Gaetano e Luca Castellaneta, non hanno rilasciato dichiarazioni su quanto detto dal loro assistito.
Lorusso, arrestato in flagranza dopo aver ricevuto 200 euro da un paziente (“il regalo di un amico”, disse in sede di interrogatorio), trascorse tre giorni in carcere prima che nei suoi confronti venissero disposti i domiciliari.
Gli episodi a lui contestati risalgono al 2019. A far partire le indagini, nel 2022, fu la denuncia di una figlia di una ex paziente di Lorusso, poi deceduta. L’istituto Tumori, a seguito di un procedimento disciplinare, ne aveva disposto il licenziamento.