Soldi, assunzioni e truffa con Pisicchio ma la Regione revocò il finanziamento

Tanto rumore per nulla. Perché di rumore gli accordi illeciti tra il broker Cosimo Napoletano, l’imprenditrice (e all’epoca ‘presidente unione’ della Confederazione nazionale della Cna di Bari) Giacoma Punzo, ed Enzo (detto Roberto) Pisicchio, ne hanno fatto. Tanto da riuscire ad ottenere dalla Regione Puglia, per l’imprenditore veneto Diego De Fecondo, selezionato tra coloro che potevano spennare, un finanziamento di 6,2 milioni nell’ambito dell’Avviso per l’erogazione di aiuti in favore della medie imprese. Ma, si rivelerà dopo, inutilmente, visto che quel finanziamento, stanziato per il 50 per cento, verrà revocato.

Andiamo per gradi. De Fecondo, nel 2018, voleva avviare a Modugno, un’unità produttiva destinata a erogare servizi per la gestione digitalizzata degli impianti di strutture domestiche e non. Quello che la gip Ilaria Casu descrive nell’ordinanza di custodia cautelare con cui il 10 maggio ha arrestato (ai domiciliari) i fratelli Alfonsino e Roberto Pisicchio (e altre 2 persone, una terza in carcere), è un collaudato meccanismo per truffare la Regione Puglia, grazie a polizze assicurative false (prodotte da Napoletano, con l’aiuto di Punzo) e all’intermediazione di Enzo-Roberto Pisicchio. In cambio, sostengono i pm Alessio Coccioli e Claudio Pinto, tutti e tre ne avrebbero ricevuto utilità, denaro e assunzioni.

E per farlo, avrebbero anche «sfruttato e vantato le relazioni esistenti» con il direttore generale di Puglia Sviluppo (l’ente incaricato dell’istruttoria), Giacomo De Vito, e l’allora assessore regionale allo Sviluppo economico (proponenti e relatore della delibera di Giunta con la quale la società di De Fecondo, la Nir, veniva ammessa al contributo agevolato).

Un castello di cortesie, ricatti, polizze false, minacce e accordi, che crollerà poi nel 2022, quando la Regione Puglia, con un provvedimento dell’8 giugno, farà dietrofront, revocando il provvedimento autorizzatorio, concesso nel 2019. L’intera storia degli accordi di Napoletano, Punzo e Pisicchio, è corredata di intercettazioni telefoniche, dalle quale si evince il ruolo di intermediario di Pisicchio, all’epoca dipendente della Leonardo spa e presidente di Iniziativa Democratica e dell’associazione Bari al Centro: «Io lunedì devo andare dal direttore generale, quindi lunedì parlo e ti faccio sapere – registrano le microspie della guardia di finanza – Sì, sono stato, mi sono visto, molto disponibile, e ha detto “portatemi come al solito una scheda di cui ti dò notizie, così in maniera tale che la valutiamo subito” e sappiamo prima di andare avanti, e capiamo se la vuole fare o meno. Anzi, mi ha detto anche, come suggerimento, siccome loro devono … hanno voglia di spendere perché entro quest’anno, il 2020 devono spendere tutto, cioé devono restituire i soldi all’Europa, dice “tanto vale farle, se le cose sono buone, le iniziative conviene farle” … Martedì ho appuntamento col direttore di Puglia Sviluppo per concludere tutto».

E tutto viene concluso, grazie all’utilizzo di una falsa polizza assicurativa: la Nir ottiene il 50 per cento dei 6,2 milioni di euro e ne versa una parte alla triade. È anche costretto ad assumere 33 persone vicine a Pisicchio, minacciato di revoca del finanziamento.

Ma la revoca, poi, arriva lo stesso. È il luglio 2022 e la Regione comunica a De Fecondo la revoca, per perdita del requisito dimensionale, chiedendogli il recupero delle somme erogate. Ma quelle somme, ormai, sono state usate. E allora la Regione procede all’escussione della polizza fideiussoria direttamente presso la compagnia assicurativa che l’aveva emessa, la bulgara Baez Insurance Jsc, che non risponderà. Si scopre così che quella polizza era falsa e la Regione è stata vittima di una truffa. È l’8 giugno 2022 e l’ente dà avvio al provvedimento di revoca. Tanto rumore per nulla.

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