Beni e disponibilità finanziarie per un valore di 900mila euro sono stati sequestrati dalla compagnia della Guardia di finanza di Martina Franca a una società operante nel settore del commercio all’ingrosso di macchinari.
La società avrebbe dichiarato la propria residenza fiscale in un paese estero radicando, però, sul territorio italiano una fitta rete di scambi commerciali non dichiarati che configurano il reato della cosiddetta “esterovestizione” societaria.
Stando a quanto emerso dalle indagini, la società, presso la propria sede formale all’estero, sarebbe di fatto risultata priva di organizzazione commerciale e amministrativa e dei mezzi per il trasporto delle merci. Inoltre, l’immobile dichiarato come sede principale si trovava in zona residenziale e quindi non avrebbe potuto essere un opificio commerciale.
Avviati i controlli fiscali, sarebbe emerso che l’impresa non avrebbe dichiarato ricavi per circa 6 milioni di euro e avrebbe evaso l’Iva per 42mila euro.
Al rappresentante legale della società “esterovestita”, che ha mantenuto di fatto il suo centro di affari in Italia, è stata contestata l’omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi per gli anni dal 2017 al 2020, perché di fatto la società avrebbe operato sul territorio nazionale e sarebbe quindi stata soggetta al regime tributario italiano.