«Se vince a Bari diventa importante»: l’alleanza Dentamaro-Buscemi per portare Ferri in Consiglio comunale

Filippo Dentamaro sarebbe stato «disposto a tutto pur di portare a compimento il suo progetto», che passava per «l’elezione della sua partner, Francesca Ferri», alle comunali che si sarebbero svolte a Bari nel maggio 2019. È quanto si legge nelle oltre mille pagine dell’ordinanza con la quale la gip del Tribunale barese, Rossana de Cristofaro, ha disposto l’arresto di 19 persone, tra le quali, appunto, la coppia Dentamaro-Ferri, entrambi ancora ristretti nel carcere di Foggia. Lui, alla fine, sarebbe riuscito a far eleggere la compagna, diventata consigliera sia nel capoluogo che nel comune di Valenzano. E per riuscirci avrebbe «condizionato il voto dei cittadini». Ma non solo. Per l’accusa si sarebbe avvalso anche del supporto del boss Salvatore Buscemi, «di cui ben conosceva la caratura criminale (sfruttandone quindi il “metodo mafioso”)».

Con l’elezione di Ferri nel consiglio comunale barese, Dentamaro sarebbe riuscito a «far acquisire alla compagna “forza e visibilità”, per poi poterla proiettare verso la città metropolitana e infine alla “conquista”, obiettivo finale, del Comune di Valenzano»: «Se Francesca vince a Bari, e dovrebbe vincere perché non vado a buttare 7mila euro alla cogliona – avrebbe detto l’uomo in una conversazione telefonica con Buscemi nell’aprile 2019 -, non hai idea neanche di che cosa ci esce, perché se Francesca viene eletta a Bari, viene eletta alla Provincia e là diventa importante».

Per la Procura l’elezione della Ferri (che, insieme al compagno, non ha risposto alle domande del gip durante l’interrogatorio di garanzia) non sarebbe stata lasciata al libero arbitrio, ma sarebbe stata frutto di accordi fatti sia con partner politici, sia con imprenditori, sia con esponenti criminali: tutti soggetti che potevano garantire alla candidata (che avrebbe saputo dei rapporti che il compagno teneva con la malavita) un largo bacino di voti. Un vero e proprio accordo elettorale politico-mafioso, nel cui contesto si inserisce l’apporto di Salvatore Buscemi, ritenuto esponente di primo piano della criminalità dell’hinterland barese, già coinvolto in note vicende giudiziarie: «è logico…facciamo Filippo, facciamo…mò pensiamo a Bari e poi pensiamo a Valenzano a ottobre», avrebbe detto il boss, rendendosi disponibile a perorare la sua causa in qualsiasi modo pur di ottenere un suo tornaconto personale: «Io devo tutelare a te…tu devi dire a me…Salvo…dobbiamo votare a questo…che è un cristiano che noi possiamo manovrare…Basta!…io mi devo fidare di te! Se poi tu non sei capace di manovrare questo cristiano…io devo venire da te e devo dire…». A Buscemi (che avrebbe promesso un grande quantitativo di voti) non sarebbe interessata la vittoria di uno schieramento politico piuttosto che un altro, ma avere all’interno del Comune «un cristiano nostro». È evidente, nelle carte dei magistrati, come Dentamaro, quasi come un deux ex machina e pur di sostenere la candidatura di Francesca Ferri e assicurarsi la vittoria della consorte, si sia affidato «alla capacità di Salvatore Buscemi di spostare interi blocchi di voti».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version