«Se non cambi il turno a mio figlio, muori»: aggredito dipendente dell’Ase di Manfredonia

Un dipendete dell’Ase (Azienda servizi ecologici) di Manfredonia ha sporto denuncia ai carabinieri dopo essere stato aggredito all’alba dello scorso 2 luglio, da due dipendenti della stessa azienda, padre e figlio, che lo hanno colpito con calci e pugni provocandogli ferite giudicate guaribili in 30 giorni.

Secondo la denuncia, la vittima l’altra mattina stava andando al lavoro quando giunta in via Mediterraneo è stata avvicinata da uno dei due aggressori, il padre, che gli ha fatto segno di fermarsi. Quest’ultimo gli avrebbe detto, «se oggi non cambi il turno a mio figlio, e viene lunedì mattina a lavorare, tu muori». La vittima gli avrebbe risposto, «Tuo figlio deve lavorare come tutti gli altri finché sarò il responsabile dei servizi» e a quel punto è scattata l’aggressione.

«Sono caduto a terra e sono stato colpito da calci e pugni da padre e figlio – racconta la vittima -. Uno dei due non sono in grado di dire chi, mi è saltato sulla schiena e sul collo». Dopo il pestaggio padre e figlio si sono allontanati in sella ad uno scooter. Mentre la vittima si è recata in caserma per denunciare l’accaduto. Quest’ultimo è stato medicato nell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo che gli hanno riscontrato una «emorragia sottocongiuntivale e ematoma della regione zigomatica destra e dolore cervico-dorso-lombare».

Ferma condanna dell’episodio è arrivata dal sindaco di Manfredonia, Gianni Rotice: «Quello accaduto sabato, prontamente denunciato alle forze dell’ordine, è un atto sul quale fare luce per accertare responsabili e motivazioni e che non sarà lasciato cadere nel dimenticatoio senza conseguenze», ha scritto in un post su Facebook.

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