Per più di cinque anni, dal novembre del 2018 a gennaio del 2024, 53 finti braccianti sarebbero stati assunti da un’azienda agricola del Salento con l’unico obiettivo di incassare indennità previdenziali e assistenziali.
È quanto hanno scoperto i carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro del capoluogo salentino che ora indagano nei confronti dei finti braccianti e del titolare dell’azienda, accusati di frode ai danni dello Stato.
Stando a quanto emerso dalle indagini, l’azienda agricola risultava priva di un conto corrente e di qualsiasi documentazione attestante il pagamento delle retribuzioni con tracciabilità. I rapporti di lavoro segnalati all’Inps, dunque, sarebbero stati puramente “cartolari” e mirati a permettere agli indagati di ricevere indennità a sostegno del reddito, tra cui la Naspi, le indennità per malattia, maternità e quella per il Covid.
La frode ammonta a 150mila euro, mentre il debito contributivo accumulato è di 85mila euro. Se non fosse intervenuta l’attività investigativa, spiegano gli inquirenti in una nota, «il danno potenziale all’istituto previdenziale sarebbe stato di circa 300mila euro».