Scontri del settembre 2018 a Bari, non fu resistenza alla Polizia: tutti assolti i manifestanti

Sono stati assolti i ragazzi accusati di resistenza a pubblico ufficiale, per gli scontri avuti con polizia e carabinieri il 21 settembre 2018, dopo l’aggressione alla europarlamentare Eleonora Forenza, il suo assistente e altre due persone, da parte di esponenti di Casapound.

Marco Tarantino, Roberto Caputo, Gabriele Antonio Maria Regina e Fabio Gemelli sono comparsi ieri mattina dinanzi al giudice monocratico, che ha respinto la richiesta dell’accusa di condannarli a sei mesi di reclusione. I giovani, orbitanti negli ambienti anarchici baresi e appartenenti al collettivo del centro sociale “Ex Caserma liberata”, dopo l’aggressione di Casapound quella stessa sera, nel tentativo di sfondare il cordone dei militari, avrebbero minacciato e colpito con calci, pugni e spintoni le forze dell’ordine che tentavano di mantenere il controllo dell’ordine pubblico.

Quel giorno furono numerosi i momenti di tensione che si registrarono per le strade cittadine. Qualche ora prima, un gruppo di appartenenti a Casapound si scagliarono contro alcuni manifestanti che tornavano da un corteo antifascista, organizzato dopo la visita del ministro dell’Interno Matteo Salvini tenutasi qualche giorno prima. Tra le quattro persone ferite, anche l’assistente parlamentare dell’eurodeputata Eleonora Forenza. Ai militanti di estrema destra, la magistrura ha contestato di aver attuato il «disegno criminoso giustificato dalla ideologia fascista» con premeditazione, «avendo organizzato l’aggressione in periodo precedente alla manifestazione con raccolta di armi e organizzazione di uomini».

Così avrebbero colpito, provocando ferite profonde anche alla testa, i manifestanti nel corteo, con manganelli, catene e tirapugni. In seguito, le indagini della Digos, si arricchirono della perquisizione alla sede di CasaPound, il Circolo Kraken, dove furono trovati “oggetti chiaramente riconducibili alla ideologia fascista”: bandiere nere con fascio littorio e con l’effige della “X Flottiglia MAS”, un busto di Benito Mussolini e croce celtica, libri su Hitler e lo squadrismo, tra i quali una copia di Mein Kampf. L’11 dicembre 2018 la sede di via Eritrea fu messa sotto sequestro, provvedimento poi diventato definitivo con la pronuncia della Corte di Cassazione dell’aprile 2019.

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