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Scommesse sull’espulsione di Bellomo, dopo la Procura federale ora indaga la Finanza

Dopo la Procura federale, anche la guardia di finanza del comando provinciale di Bari vuole vedere chiaro su quelle scommesse anomale, giocate nelle agenzie di Bari vecchia e che puntavano tutto sull’espulsione di Nicola Bellomo, durante la partita di ritorno dei playout con la Ternana, quotato 24 contro 1. L’espulsione al 78’ L’espulsione del numero…

Dopo la Procura federale, anche la guardia di finanza del comando provinciale di Bari vuole vedere chiaro su quelle scommesse anomale, giocate nelle agenzie di Bari vecchia e che puntavano tutto sull’espulsione di Nicola Bellomo, durante la partita di ritorno dei playout con la Ternana, quotato 24 contro 1.

L’espulsione al 78’

L’espulsione del numero 10 barese è avvenuta al 33′ del secondo tempo del match giocato il 23 maggio scorso e vinto dai biancorossi per 3-0, in casa degli umbri. Bellomo non era nemmeno in campo ed è stato espulso direttamente dalla panchina, dopo un litigio con un raccattapalle. Una circostanza che è stranamente coincisa con il picco di giocate che annunciavano l’episodio, in buona parte fatte nello stesso quartiere in cui Bellomo è nato e risiede. Ma, la norma della giustizia sportiva non prevede il pagamento di puntate sull’espulsione di un giocatore che non scende in campo, al massimo solo il rimborso con una cifra equivalente alla scommessa.

Gli accertamenti

Gli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria del comando provinciale di Bari hanno avviato, di iniziativa, controlli anche on line, nella giungla dei siti di scommesse clandestine, dove pare si siano concentrate le giocate più alte. L’ipotesi che sembra sempre più concreta è che, al di là del passaparola nei vicoli del borgo antico, alla base del flusso anomalo di giocate nelle agenzie di scommesse della zona, le vincite a a cinque zeri siano maturate invece sui siti illegali, o quantomeno quelli che non sono stati ancora individuati e chiusi.

L’incubo calcioscommesse

E Bari ripiomba improvvisamente nell’incubo calcioscommesse che negli anni tra il 2012 e il 2018 sconvolse una buona parte dei personaggi legati al mondo del calcio. Due, all’epoca, le partite ritenute truccate dall’accusa: Salernitana-Bari e Bari-Treviso, che, secondo la procura barese erano state vendute dai biancorossi per complessivi 220mila euro. In primo grado, cinque persone (quattro calciatori e il faccendiere del Bari Angelo Iacovelli) erano stati condannati a pene comprese fra i 18 e i 6 mesi di reclusione, mentre altri 13 erano stati assolti. In appello l’assoluzione era arrivata anche per i primi cinque.

Il ruolo dell’Agenzia Dogane

Diversi operatori, vista la situazione, avevano deciso di tagliare la quota da 24 a 7/8 contro 1, per poi rivolgersi all’Agenzia delle Dogane a cui spetta la successiva segnalazione all’Unità Informativa Scommesse Sportive (Uiss) del Viminale. I regolamenti dei concessionari hanno evitato che gli scommettitori incassassero denaro dalla giocata: le puntate sarebbero risultate vincenti solo se Bellomo fosse stato in campo.

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