Scippi, droga e furti d’auto: è boom di reati nel Barese

Se hai acquistato da poco un’auto di lusso, allora è meglio tenerti alla larga da Bari e dintorni. Qui, infatti, lo scorso anno, si sono registrati circa 480 casi di furti di autoveicoli ogni 100 mila abitanti. A dirla tutta, non è sicuro nemmeno uscire con un orologio di lusso al polso o evitare gli spacciatori, dato che hanno registrato un’impennata anche i borseggi e il traffico di stupefacenti. A dirlo è il dossier sulla Qualità della vita, pubblicato da ItaliaOggi in collaborazione con l’Università “La Sapienza”, che, proprio per questo, alla voce “Reati e sicurezza”, colloca l’ex provincia all’82esimo posto: 12 gradini in giù rispetto allo scorso anno.

Il maggior numero di reati che si sono verificati a Bari e dintorni riguarda, appunto, i furti d’auto, ben 479,9 ogni 100mila abitanti. Un triste primato a cui il capoluogo sembra non voler abdicare. Nella classifica relativa a questo tipo di furti, infatti, la posizione della città metropolitana è rimasta sostanzialmente invariata: dalla posizione 104 del 2021 alla 105 di quest’anno. Allarmante anche il numero degli scippi e dei borseggi: ne sono accaduti 76 per 100 mila abitanti. Per quanto riguarda le violenze sessuali, i casi verificatisi a Bari e dintorni sono stati 6,11 su 100 mila abitanti. Migliora, ma di poco, l’indice delle lesioni personali e delle percosse: se ne sono verificate 108 ogni 100 mila abitanti, passando dalla posizione 55 alla 51. Inoltre, sebbene il numero dei casi accaduti ogni 100 mila abitanti sia nettamente inferiore rispetto agli altri reati, ossia 2,12, la performance relativa ai reati di sequestro di persona, fa dell’ex provincia uno dei territori meno sicuri su scala nazionale, dato che “acquista” la 97esima posizione su 107, un calo repentino rispetto al dossier dello scorso anno (74).

A preoccupare di più, però, sono quelli che, il sociologo Leonardo Palmisano definisce «i reati legati alla povertà» come il traffico di stupefacenti che torna a correre: 58 i casi registrati ogni 100 mila abitanti. «Se c’è un incremento di reati come rapine, spaccate e spaccio di droga – commenta Palmisano – è perché, al contempo, ricomincia a dilagare la povertà». Accanto all’impoverimento del ceto medio e al crescente numero di persone in stato di marginalità socio-economica, secondo il sociologo a determinare un aumento dei reati a Bari è anche il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione. «Stiamo perdendo cittadini in età attiva, un trend cominciato circa cinque anni fa e che prosegue tuttora. I quartieri si svuotano e, se fino a poco tempo fa il problema riguardava solo il murattiano, oggi è diffuso anche altrove». A intimorire di più il sociologo è, però, la mancata percezione dell’illegalità. «A Bari, l’illegalità non si percepisce e questo non favorisce il perseguimento di obiettivi comuni a cui dovrebbe impegnarsi tutta la cittadinanza».

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