Schiaffi e minacce al pronto soccorso del San Paolo, la Asl: «Denunceremo». Emiliano: «Governo faccia la sua parte»

«Ancora una volta registriamo episodi di violenza fisica e verbale ai danni di personale sanitario dalla gravità inaudita, ancora una volta siamo chiamati ad intervenire per proteggere chi cura, chi è in prima linea per aiutare gli altri e riceve in cambio insulti e botte». Lo afferma il direttore generale della Asl di Bari, Antonio Sanguedolce, dopo l’ennesimo episodio di aggressione nei confronti di una dottoressa in servizio al Pronto soccorso dell’ospedale “San Paolo” di Bari.

La direzione dell’azienda sanitaria annuncia l’intenzione di procedere alla denuncia penale nei confronti della presunta responsabile dell’aggressione che avrebbe anche minacciato altro personale.

«Non ci arrendiamo – prosegue Sanguedolce – a quanti usano i metodi della sopraffazione e non rispettano i nostri operatori in servizio, non possono restare impuniti e per questo, come da procedura interna e come per tutti gli altri casi, procederemo alla denuncia per lesioni e per interruzione di pubblico servizio e garantiremo l’assistenza legale alla nostra operatrice, insieme alla solidarietà per quello che è successo».

La dottoressa ha riportato un trauma cervicale con una prognosi di quindici giorni. Stando ad una prima ricostruzione dell’accaduto, la dottoressa è stata aggredita, domenica pomeriggio, dalla parente di un paziente che era stato visitato il giorno prima, in pronto soccorso dalla stessa dottoressa e rimandato al domicilio, per una patologia priva di carattere di urgenza e che non richiedeva per questo il ricovero.

Sulle aggressioni al personale sanitario è intervenuto anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che a margine di un incontro che si è tenuto a Bari ha chiesto al governo di fare «il suo lavoro, perché – ha spiegato – purtroppo la Regione non ha potere di polizia, più che fare contratti con istituti di vigilanza non si può fare. Ma questo tipo» di reati «non può essere fronteggiato dagli istituti di vigilanza, ci vogliono la polizia, i carabinieri, ci vogliono le indagini. E ci vuole – ha aggiunto – anche la possibilità di assumere più medici», il governo deve dare «la possibilità sia economico-finanziaria sia di spazi assunzionali per fare queste assunzioni» e «soprattutto» deve dare la possibilità di «sbloccare la situazione dei tanti medici non specializzati che non possono essere impiegati nemmeno nei pronto soccorso. I nostri operatori – ha concluso – fanno i salti mortali per far funzionare i pronto soccorso che, spesso, vengono presi d’assalto da gente che si presenta fuori dai casi previsti. C’è l’idea che il pronto soccorso sia un ambulatorio generale dove» presentarsi «anche un semplice mal di testa o mal di denti».

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