Scambio elettorale politico-mafioso, estorsione, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo. In circa 300 pagine di ordinanza, il gip del Tribunale di Bari, Giuseppe Montemurro, su richiesta della Dda, spiega le ragioni delle misure cautelari in carcere emesse nei confronti di Antonio Lopez, assessore alle Attività produttive del Comune di Modugno, Cristian Stragapede, candidato consigliere comunale a Modugno e presunto affiliato al clan Parisi, Vincenzo Costantino e Raffaele Strafile, entrambi di Cerignola, Felice ed Eugenio Giuliani, di Stornara di Puglia; questi ultimi due, coinvolti in vicende estorsive nel Foggiano.
Una indagine complessa che parte dai presunti accordi mafia-politica sul voto di scambio, per favorire l’elezione di Lopez e dell’attuale sindaco della città, Nicola Bonasia (sostenuto da una coalizione di civiche contro il candidato di centrosinistra), alle comunali di Modugno nel 2020, allargandosi poi alle estorsioni ai danni di imprenditori agricoli della provincia di Foggia.
Le indagini
Gli uomini del Gico della Guardia di finanza avrebbero accertato che in occasione delle amministrative a Modugno, e in relazione alle elezioni per il Parlamento europeo del 2024, «si siano perfezionati patti di scambio in contesto di contiguità politico-mafiosa produttivo di reciproci vantaggi», si legge nelle pagine dell’ordinanza.
Le intercettazioni
Grazie ad alcune intercettazioni a carico di Michele Parisi, fratello del boss «Savinuccio», sarebbero emersi gravi elementi indiziari circa la «costruzione» di un patto criminoso tra Lopez e Stragapede. Addirittura Parisi fu costretto a intervenire tra i due per dirimere un contrasto sorto in ordine «al mancato adempimento dei patti siglati», in occasione delle elezioni amministrative di Modugno in relazione al «sostegno elettorale» assicurato da Stragapede a Lopez. Sostegno rinnovato, anche, in occasione del successivo ballottaggio tra il sindaco Nicola Bonasia e Fabrizio Cramarossa. Un patto che prevedeva «l’assegnazione di posti di lavoro in cambio del perdurante appoggio elettorale nel turno del ballottaggio».
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Lopez avrebbe pagato 25 euro a voto, versati a esponenti della criminalità per ottenere appoggio alle comunali, e tra i 2.000 e i 3.000 euro per sostenere altri candidati alle Europee. Tra gli altri accordi, figura anche una intesa per la fornitura di «panchine pubbliche con wi-fi e strisce pedonali intelligenti» per l’installazione delle quali Parisi e un indagato propongono di far partecipare un imprenditore calabrese che Lopez chiese se potesse tornagli utile in futuro, spiegando loro come fare per essere invitati alle gare. Tra le curiosità riportate nell’ordinanza, figura anche un patto per favorire l’elezione di un candidato alle Europee risultato estraneo a ogni accordo sul voto di scambio.
Le regionali
Rispetto poi alla candidatura di Lopez in FI alle prossime Regionali, il candidato presidente del centrodestra, Luigi Lobuono, ha preso le distanze. «Antonio Lopez non lo conoscevo e non lo conosco – ha dichiarato – È una cosa che mi mortifica molto e mi fa capire che purtroppo le mele marce stanno un po’ ovunque. Lo abbiamo visto in passato nel centrosinistra, è capitato oggi qui da noi». .
