Regolarità dei concorsi e delle procedure di assunzione nella Sanitaservice di Lecce, lo stesso filone aperto nella società di Bari. È questo l’oggetto della perquisizione che la guardia di finanza ha effettuato l’altro giorno nella sede leccese della Sanitaservice. La seconda visita in pochi mesi per l’azienda salentina finita sotto inchiesta dopo l’assunzione di 159 ausiliari e addetti alle pulizie con un elenco di una ventina di indagati destinato ad allargarsi.
Qualcosa pare si stia muovendo anche a Bari dove l’altro giorno gli ispettori del Nirs hanno richiesto documentazioni e fascicoli riguardanti i patrocini legali affidati all’esterno che, si sospetta, siano stati assegnati sempre allo stesso giro ristretto di professionisti e forse a costi esorbitanti.
Il mondo delle sette Sanitaservice in Puglia è finito nell’occhio del ciclone dopo l’ordine partito dai palazzi della sanità regionale di accendere i riflettori sulla gestione di fiumi di danaro, fino a 220 milioni di euro l’anno.
L’assessore Rocco Palese e il capo dipartimento Vito Montanaro vogliono vederci chiaro su presunte spese folli, il grosso delle quali effettuate durante l’emergenza sanitaria per il covid. Fase in cui gli enti strumentali delle Asl si sono autoproclamati Protezioni Civili aggiunte, attribuendosi assegni in bianco per comprare di tutto e di al di fuori di ogni controllo.
Al setaccio al momento ci sono tutti i bilanci degli enti con verifiche su acquisti di auto, gare per ambulanze, una delle quali bocciata dall’Anac, disinfettanti, carburanti, ma anche premi per gli amministratori e benefit di tutti i tipi, compresi ristoranti e alberghi di lusso. Tra i fascicoli finiti sotto la lente a Bari c’è quello sulle assunzioni di 450 tra autisti e soccorritori dalle associazioni che gestiscono il 118 per internalizzare il servizio. Ma in passato le società hanno provveduto a infornate di dipendenti, a partire dal Cup, il Centro unico di prenotazioni, che la Regione decise di internalizzaare cinque anni fa.
A seguire il bando per l’assunzione di 66 pulitori, tramite una selezione pubblicata a novembre e conclusa con graduatorie rimaste nei cassetti. Così come l’assunzione degli autisti soccorritori, partita da Foggia, estesa a Brindisi e anche a Bari, ma con procedure contestate da sindacati e partecipanti.
L’inchiesta di Lecce, dicono fondi investigative, potrebbe aprire a breve nuovi scenari considerando la celerità con cui è stato firmato dal sostituto procuratore Massimiliano Carducci il nuovo mandato di perquisizione . Oggetto dell’indagine una presunta compravendita di posti per il concorso da ausiliari con cifre che oscillano dai 4 ai 10 mila euro in cambio dell’aiutino. E proprio uno dei concorrenti che avrebbe versato soldi per ottenere informazioni utili a superare le prove ha denunciato l’episodio alla Guardia di finanza che si è attivata. Il tutto mentre nella Sanitaservice di Foggia, la prima storica costituita in Puglia, è scattata una violenta protesta da parte di decine di ausiliari in procinto di essere stabilizzati, ma freddati dalla notizia che la regione Puglia non intende più scorrere le graduatorie concorsuali dov’erano inseriti. Insomma un quadro confuso e contraddittorio fra presunti sperperi e gestioni al limite della legalità in cui a rimetterci, come al solito, sono i servizi resi al cittadino dalle Sanità service. Salutate dieci anni fa come la panacea contro lo sfruttamento dei lavoratori da parte delle cooperative esterne oggi sembrano diventate veri e propri carrozzoni fuori controllo e, per certi versi, completamente inutili rispetto alle finalità per cui erano stati creati.