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Ex Ilva, si rompe un cavo che trasporta scorie liquide d’acciaio: nessun ferito

Ancora un incidente nello stabilimento di Acciaierie d’Italia a Taranto. A denunciarlo è l’Usb del capoluogo ionico. A pochi giorni da quello che ha visto coinvolto un operaio di 45 anni che ha subito lo schiacciamento di una mano mentre era impegnato in attività di sostituzione dell’Aspo, l’avvolgitore del rotolo di lamiera (coils), nella notte…

Ancora un incidente nello stabilimento di Acciaierie d’Italia a Taranto. A denunciarlo è l’Usb del capoluogo ionico.

A pochi giorni da quello che ha visto coinvolto un operaio di 45 anni che ha subito lo schiacciamento di una mano mentre era impegnato in attività di sostituzione dell’Aspo, l’avvolgitore del rotolo di lamiera (coils), nella notte tra sabato e domenica ha ceduto l’asse del carro che trasporta paiole piene di scorie liquide di acciaio. «La paiola, piegandosi, avrebbe potuto causare lo sversamento del contenuto, e procurare danni al locomotore, di conseguenza mettendo a rischio la sicurezza del macchinista», spiega il sindacato in una nota.

«Continuiamo a riferire della scarsa manutenzione, soprattutto sui carri che trasportano paiole, siviere, siluri, che più volte si sono inclinate, facendo cadere ghisa bollente – prosegue l’Usb -. Quindi manutenzione insufficiente, attrezzi da lavoro irreperibili e spesso adattati, e addetti alla manutenzione, ed in particolare al ripristino dei cavi in questione, in cassa integrazione. Voci circolate nella giornata di venerdì, fanno sapere che le unità lavorative nelle Officine, che già erano scese da 50 a 36 sui tre turni, ora verranno ridotte ad una quindicina, con l’eliminazione del turno di notte, e aumento del numero dei lavoratori in cassa integrazione. Per esempio, di solito ci sono otto carpentieri su due turni alle paiole, questa settimana sono tre solo nel primo turno».

Rispetto all’ultimo infortunio, si legge ancora nella nota dell’Usb, «l’azienda invece di preoccuparsi delle condizioni generali di sicurezza, si affretta a dire di voler verificare se il lavoratore ha seguito correttamente la procedura prevista in questi casi; si tratta dunque del solito tentativo di ribaltare la vicenda e scaricare le responsabilità. Modo di fare vergognoso, che è per noi una triste conferma, e che ci porta ancora una volta a ripetere, fino allo sfinimento, che questa gestione va interrotta e che vanno messi in sicurezza i lavoratori, prima che si debba parlare di un incidente mortale».

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