La Procura di Bari ha disposto accertamenti tecnici irripetibili sulla scatola nera del pontone ormeggiato nel porto di Bari, sottoposto a sequestro probatorio dal 20 maggio scorso, dopo l’affondamento del rimorchiatore “Franco P” avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 maggio a 50 miglia dalla costa barese. Il pontone era agganciato al rimorchiatore al momento dell’affondamento.
Nel naufragio sono morti tre componenti dell’equipaggio (il 65enne Luciano Bigoni e il 58enne Andrea Massimo Loi, entrambi di Ancona, e il 63enne di origini tunisine e residente a Pescara Jelali Ahmed) e altri due risultano tuttora dispersi, i due marittimi pugliesi, entrambi di Molfetta, Mauro Mongelli di 59 anni e Sergio Bufo di 60 anni. L’incarico per gli accertamenti tecnici sarà conferito il 19 luglio.
Intanto nell’inchiesta della Capitaneria di Porto, coordinata dalla pm Luisiana Di Vittorio, gli indagati salgono a tre. Oltre al comandante, il 63enne siciliano Giuseppe Petralia, unico superstite tra coloro che erano a bordo della imbarcazione affondata, e all’armatore Antonio Santini, legale rappresentante della società Ilma di Ancona proprietaria del rimorchiatore e del pontone, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati Stefano Marchionne, presidente della società armatrice. Nei loro confronti la Procura ipotizza i reati di cooperazione colposa in naufragio e omicidio colposo plurimo. Le verifiche tecniche consisteranno nella «estrazione e successivo esame dei dati e immagini presenti sul videoregistratore digitale /DVR) in dotazione al pontone AD3».