Rimorchiatore affondato: la Procura dispone verifiche informatiche e autopsie. Il 30 maggio conferimento incarichi

La Procura di Bari ha disposto una consulenza tecnica sui dispositivi informatici sequestrati a bordo del pontone che è ormeggiato nel porto di Bari, sottoposto a sequestro probatorio dal 20 maggio scorso, all’indomani dell’affondamento del rimorchiatore “Franco P” a 50 miglia dalla costa di Bari, in acque internazionali.

Il pontone era agganciato al rimorchiatore al momento dell’affondamento. Nel naufragio sono morti tre componenti dell’equipaggio e altri due risultano tuttora dispersi. L’incarico per gli accertamenti tecnici sul materiale informatico sarà conferito il 30 maggio. Nello stesso giorno la pm che coordina le indagini della Capitaneria di Porto, Luisiana Di Vittorio, conferirà a un medico legale l’incarico per l’autopsia sui corpi delle tre vittime accertate: il 65enne Luciano Bigoni e il 58enne Andrea Massimo Loi, entrambi di Ancona, e il 63enne di origini tunisine e residente a Pescara Jelali Ahmed. Agli accertamenti tecnici sono stati convocati tutti i famigliari delle tre vittime e anche quelli dei dispersi, i due marittimi pugliesi, entrambi di Molfetta, Mauro Mongelli di 59 anni e Sergio Bufo di 60 anni.

Unico superstite tra coloro che erano a bordo dell’imbarcazione affondata, al momento, è il comandante, il 63enne Giuseppe Petralia, ricoverato nell’ospedale Di Venere di Bari e seguito dall’équipe del reparto di cardiologia. A quanto si apprende da fonti sanitarie, il paziente è stato sottoposto a intervento di angioplastica e le condizioni cliniche sono buone. I medici prevedono che verrà dimesso nei prossimi giorni. Petralia, unico testimone oculare del naufragio e che non è stato ancora sentito, è indagato con l’armatore, Antonio Santini, legale rappresentante della società Ilma di Ancona proprietaria del rimorchiatore e del pontone. Nei loro confronti la Procura ipotizza i reati di cooperazione colposa in naufragio e omicidio colposo plurimo.

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