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Rimorchiatore affondato al largo di Bari: disposte verifiche su urti e sovraccarico

Sarà un incidente probatorio a stabilire le cause dell'affondamento del rimorchiatore Franco P, avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 maggio a 50 miglia dalla costa barese. Il gip del Tribunale di Bari Francesco Mattiace, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto la perizia sul pontone che era agganciato al rimorchiatore al momento…
(foto Luca Turi)

Sarà un incidente probatorio a stabilire le cause dell’affondamento del rimorchiatore Franco P, avvenuto nella notte tra il 18 e il 19 maggio a 50 miglia dalla costa barese.

Il gip del Tribunale di Bari Francesco Mattiace, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto la perizia sul pontone che era agganciato al rimorchiatore al momento dell’affondamento e che dal giorno dopo è ormeggiato nel porto di Bari sottoposto a sequestro probatorio.

Tra i sospetti degli inquirenti ci sono le ipotesi che il pontone fosse sovraccarico o che il rimorchiatore abbia avuto un cedimento strutturale dovuto a un urto oppure proprio alla fatica.

In particolare i periti nominati dal giudice dovranno accertare «la regolarità delle procedure di rimorchio del pontone galleggiante con riferimento alla documentazione dei mezzi, alla capacità di tiro del rimorchiatore in rapporto alla tipologia di pontone trasportato e alle condizioni del mare in navigazione»; «la dinamica e le cause dell’affondamento»; «qualora le suddette cause fossero riconducibili a un cedimento strutturale – si legge nell’ordinanza con cui è stato disposto l’incidente probatorio -, se l’evento sia stato causato da urti e impatti, da vetustà, fatica o corrosione dell’ossatura resistente o da tensioni anomale indotte dalle operazioni di rimorchi in corso»; «le procedure di sicurezza di soccorso messe in atto dagli equipaggi, in particolare a partire dal momento di lancio dell’allarme»; «le previsioni meteorologiche alla partenza e durante la navigazione, ricostruendo per quanto possibile la rotta tenuta fino all’affondamento»; «il peso del portone alla partenza da Ancona, al fine di verificare un eventuale sovraccarico rispetto alla portata massima prevista dallo stesso in galleggiamento autonomo, al fine di verificare l’eventuale superamento dei limiti di carico previsti». L’incarico sarà conferito il 9 agosto all’ingegner Stefano Vianello e a Gennaro Esposito, ex comandante della Marina mercantile, esperto di sicurezza della navigazione.

Nel naufragio sono morti tre componenti dell’equipaggio (il 65enne Luciano Bigoni e il 58enne Andrea Massimo Loi, entrambi di Ancona, e il 63enne di origini tunisine e residente a Pescara Jelali Ahmed) e altri due risultano tuttora dispersi, i due marittimi pugliesi Mauro Mongelli di 59 anni e Sergio Bufo di 60 anni.

Nell’inchiesta della capitaneria di porto, coordinata dalla pm Luisiana di Vittorio, sono indagati per cooperazione colposa in naufragio e omicidio colposo plurimo il comandante, il 63enne siciliano Giuseppe Petralia, unico superstite tra coloro che erano a bordo della imbarcazione affondata, gli armatori Antonio Santini e Stefano Marchionne, rispettivamente legale rappresentante e presidente della società Ilma di Ancona proprietaria del rimorchiatore e del pontone.

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