Così come preannunciato, è iniziato ieri lo sciopero della fame del sub ambientalista Antonio Binetti il cui intento è quello di scongiurare un vero e proprio disastro ambientale a causa dell’enorme quantità di rifiuti presenti in località “Piano Campanile“, fondale del canale di bonifica del fiume Ofanto, meglio conosciuto come vallone Tittadegna (sito nei pressi dell’ospedale Dimiccoli).
Quella di Binetti è una questione affrontata anche durante l’ultimo consiglio comunale del 20 ottobre scorso durante il quale, l’assessore all’Ambiente Anna Maria Riefolo, precisò che in mattinata, insieme al sindaco Cannito, avessero incontrato, a Palazzo di Città, lo stesso Binetti.
«Nell’occasione la locale amministrazione ha chiarito che la pulizia e la manutenzione dei canali, stando alla legge regionale vigente, spetta ai Consorzi di Bonifica (in capo alla Regione), non sottraendosi, tuttavia, alla risoluzione dell’emergenza. Verranno per questo motivo emanate due ordinanze all’indirizzo della Regione Puglia e del Consorzio “Terre d’Apulia” al fine di richiedere con immediatezza la rimozione del grosso cumulo di rifiuti solidi urbani non differenziati presenti (imballaggi, masserizie, pneumatici etc.)». Si legge nella nota diffusa il medesimo giorno dalla stessa amministrazione.
Intanto non restano indifferenti al problema le opposizioni, specie il Pd. «Il Comune indica nella Regione ed in particolare nel consorzio Terre d’Apulia il responsabile della manutenzione dei canali. La realtà è però ben diversa». Ha tuonato il consigliere regionale e comunale nonché presidente del gruppo Pd in Regione, Filippo Caracciolo.
«Ho interpellato il Consorzio – ha aggiunto il consigliere – da cui mi sono arrivate indicazioni di direzione opposta a quanto dichiarato dal sindaco: il vallone non ricade tra le opere gestite dal consorzio e solo catastalmente è in capo alla Regione. Infatti, ai sensi dell’articolo 26 della legge regionale n. 17 del 30 novembre 2000 che disciplina le funzioni e i compiti degli enti in materia di tutela ambientale, sono proprio i Comuni a ricoprire il ruolo di custodi manutentivi delle opere idrauliche a tutela dell’ambiente. Alla lettera b dell’articolo 26 è, infatti, scritto, testualmente che ai Comuni spetta: “l’esecuzione delle piccole manutenzioni nel settore della difesa del suolo e la pulizia dei tratti degli alvei dei fiumi, dei torrenti e dei corsi d’acqua”».
«Ancora una volta – ha concluso Caracciolo – il sindaco e gli assessori che si sono pronunciati sul tema denotano la loro scarsa competenza. Eppure, nel 2019, la stessa amministrazione Cannito aveva provveduto alla bonifica dell’area con una spesa di 15mila euro. Invito il sindaco a procedere immediatamente con la pulizia e ad attivarsi per l’installazione di fototrappole che contrastino sporcaccioni e incivili».
«Questo ennesimo episodio è in linea con il profilo di questa amministrazione: bugie, superficialità, omissioni, ignoranza delle norme. Cannito e i suoi assessori non riescono a gestire uno solo dei settori di loro competenza, appena lo si fa notare, attribuiscono la responsabilità alla Provincia, alla Regione, alle amministrazioni precedenti e ovviamente sempre al Pd. Dobbiamo invece tutti un ringraziamento ad Antonio Binetti», ha invece dichiarato la capogruppo del Pd in consiglio comunale Rosa Cascella.