“Restart”: lo spaccio della droga gestito anche dal carcere. Indagine partita dopo l’arresto di madre e figlio – VIDEO

È partita dall’arresto di due persone, madre e figlio, avvenuto a Bisceglie l’operazione che stamattina ha portato all’esecuzione di 16 misure cautelari nei confronti di altrettante persone, cinque delle quali sono finite in carcere, 10 ai domiciliari e una, minorenne all’epoca dei fatti, in una comunità.

Madre e figlio furono arrestati in flagranza di reato a gennaio scorso, a Bisceglie: erano in possesso di 305 grammi di droga, tra cocaina e hashish, materiale per il confezionamento, denaro ritenuto provento dell’attività di spaccio e diversi ordigni artigianali.

L’operazione, partita stamattina all’alba, ha visto coinvolti circa 100 carabinieri del comando provinciale della Bat e ha smascherato uno smercio dinamico di cocaina, marijuana e hashish nei centri di Bisceglie e Trani. L’operazione “Restart” è stata coordinata dalla Procura tranese nei confronti dei 16 ritenuti, a vario titolo, responsabili di cessione, distribuzione e commercializzazione di stupefacenti in concorso fra loro.

In carcere sono finiti il 38enne Michele Straniero di Bitonto, la 68enne Elisabetta Salierno di Bisceglie, il 33enne Sabino Capriati di Bari, il 31enne Antonio Giannoccaro di Castellana Grotte e il 38enne Roberto di Terlizzi di Canosa di Puglia. Ai domiciliari, invece, il 26enne Andrea Sorrenti e il 25enne Donato Petroni, entrambi di Canosa, il 23enne Gianluca Chiaia di Corato, il coetaneo Maurizio Racanati di Bisceglie, il 42enne Sebastiano Pappagallo di Terlizzi, la 49enne Grazia Bassi, la 26enne Elisabetta Losapio e il coetaneo Roberto Stortigaci, tutti di Bisceglie, il 38enne Gerardo Lavolpicella di Trani e il 44enne Adamo Zingarelli di Vizzolo Predabissi, in provincia di Milano.

Dopo l’arresto di madre e figlio a Bisceglie, a seguito di accurate indagini, i carabinieri hanno scoperto che la droga veniva smerciata attraverso l’utilizzo di utenze telefoniche dedicate per raccogliere le richieste degli assuntori – utilizzando un linguaggio criptico – che venivano incontrati nei luoghi concordati per la consegna.

Secondo quanto appreso, gli indagati, legati da stretti rapporti fiduciari, si approvvigionavano di stupefacenti a Bari.

Le attività investigative, che si sono protratte fino a maggio scorso, hanno consentito di accertare anche che lo stupefacente veniva introdotto nel carcere di Trani, per alcuni di loro, già detenuti che, attraverso apparecchi telefonici, illecitamente introdotti, mantenevano contatti con l’esterno anche per gestire gli affari illeciti.

Uno degli indagati, infatti, avrebbe commissionato anche l’incendio di un’auto, data alle fiamme nel dicembre 2022, di proprietà di una persona con cui erano sorti dissidi riconducibili all’attività di spaccio.

Due persone, inoltre, sono state denunciate in stato di libertà per detenzione illecita di sostanze stupefacenti e sono stati recuperati 270 grammi di cocaina, 55 di hashish e 13 di marijuana.

Operazione "Restart": lo spaccio della droga gestito anche dal carcere

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