Tre cittadini lucani, originari di Ruoti, sequestrati il 19 maggio del 2022 in Mali sono stati liberati nella notte.
Si tratta di Rocco Langone, 66 anni, la moglie Maria Donata Caivano, 65 anni, e il figlio Giovanni Langone, 44 anni. I coniugi hanno abitato per lungo tempo a Triuggio, in provincia di Monza-Brianza, ma si erano trasferiti in Mali dopo che Rocco era andato in pensione.
I tre erano stati sequestrati nella loro abitazione alla periferia della città di Koutiala, a sud est della capitale del Mali, Bamako, dove vivevano da diversi anni.
«Nonostante la lunga prigionia, i componenti della famiglia Langone godono di buone condizioni di salute», si legge in una nota di palazzo Chigi.
Il rapimento era avvenuto da parte di una fazione jihadista riconducibile al Jnim, gruppo di supporto per l’Islam e i musulmani, allineata con al-Qa’ida, attiva in larga parte dell’Africa Occidentale.
La famiglia Langone viveva a Koutiala da diversi anni, all’interno di una comunità di Testimoni di Geova, del tutto integrati.
Il rilascio della famiglia è stato reso possibile grazie all’intensa attività avviata dall’Aise, di concerto con il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, fin dall’immediatezza del sequestro, e in particolare grazie ai contatti dell’Agenzia con personalità tribali e con i servizi di intelligence locali.
«Viva soddisfazione» per il rilascio della famiglia Langone, esprime il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. «Ringrazio il Ministro Antonio Tajani e le istituzioni tutte, dall’Aise allo stesso Ministero degli Affari esteri ed alla Cooperazione internazionale, che in questi mesi hanno seguito con grande impegno il caso della famiglia lucana originaria di Ruoti, attesa per oggi a Roma e alla quale inviamo un affettuoso saluto a nome dell’intera comunità regionale», conclude Bardi.