Ragazzini aggrediti nel Parco 2 Giugno: arrestato per errore, nel branco c’era un altro

Un errore di persona, fondato sul riconoscimento (evidentemente sbagliato) fatto in base a una foto su un social. E così, a distanza di otto mesi dall’arresto di Andrea Gelao, gli inquirenti si accorgono che lui a quelle aggressioni avvenute a Parco 2 giugno, tra dicembre 2021 e i primi mesi del 2022, non aveva partecipato.

Per questo, dopo aver chiesto il rinvio a giudizio dell’altro componente del branco, Giuseppe Tigri, hanno stralciato la posizione di Gelao, aprendo un procedimento a parte che potrebbe essere archiviato. Al momento, della sorte di Andrea Gelao, 19enne arrestato ai domiciliari il 14 marzo scorso e poi rimesso in libertà dopo l’interrogatorio di garanzia, non se ne conosce il futuro.

Certo è che lui, in quell’interrogatorio dinanzi alla gip Luigia Lambriola, assistito dall’avvocato di fiducia, Vitantonio Pollaccia, lo aveva spiegato con decisione che al Parco 2 giugno non ci era stato, che la sera non ci andava proprio, preferendo trascorrerla con la fidanzata 15enne in altre zone della città. Ma non solo.

Proprio in relazione a quella foto pubblicata su un social, nel quale il presunto aggressore denunciato dalle vittime indossava una felpa con la scritta Puma, aveva spiegato di non essere lui e di non aver mai avuto un capo simile. Tutte circostanze che hanno evidentemente indotto il pm Claudio Pinto a rivalutarne la posizione, stralciandola dal fascicolo principale nel quale resta imputato solo il 19enne Giuseppe Tigri.

L’udienza preliminare per discuterne la richiesta di rinvio a giudizio è stata fissata per il 7 febbraio 2023. Ma intanto, resterebbe a piede libero il reale aggressore dei ragazzini, del quale i carabinieri oltre alla foto avrebbero anche un nome, fornito loro dai genitori di una delle vittime. Genitori che, al momento, non sono a conoscenza di quello che è emerso dalle indagini né se le indagini siano mai state effettivamente condotte.

Restano in attesa le famiglie di cinque ragazzini che hanno trascorso mesi di terrore, riportando traumi psicologici (oltre che fisici) dai quali non sarà facile riprendersi. Resta in attesa lo stesso Andrea Gelao, che nel caso fosse accertata la sua totale estraneità ai fatti contestati, potrebbe decidere di procedere contro chi lo ha sottoposto al suo personale calvario, tra arresti domiciliari e prescrizioni successive.

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