Sequestrati beni per un valore complessivo di 40 milioni di euro tra Foggia e Bari. Sono cinque le persone indagate a vario titolo per emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione, riciclaggio ed autoriclaggio, e sei società con sede a Bari e Gioia del Colle.
Le attività di indagine hanno permesso di individuare i soggetti che hanno utilizzato in maniera indebita le misure agevolative previste per gli interventi edilizi disciplinati dal ‘Decreto Rilancio’. La legislazione prevede la possibilità di acquisire crediti d’imposta cedibili a terzi e utilizzabili in compensazione ovvero monetizzabili presso le Poste Italiane, banche ed altri gruppi di acquisto, spiegando la procura barese in una nota.
Gli approfondimenti investigativi hanno consentito alle Fiamme Gialle di individuare l’esistenza di un circuito fraudolento, che graviterebbe intorno alla figura di un commercialista barese, rappresentante legale di numerose società operanti nel settore edile, che avrebbe creato i presupposti per l’utilizzo, presso l ‘Agenzia delle Entrate, di crediti d’imposta di fatto inesistenti, a fronte di lavori di ristrutturazione asseritamente realizzati, ma privi di riscontro agli esiti delle indagini, in danno di ignari contribuenti, tutti dichiaranti redditi modesti o nulli.
Dagli accertamenti è emersa la «fittizietà delle prestazioni generatrici delle agevolazioni fiscali. Anomalie sulla base di alcuni indici, tra i quali risulterebbe l’assenza di alcuna pratica edilizia istruita presso i riferimenti catastali indicati, ovvero, in alcuni casi, la difformità della licenza rispetto ai presunti lavori eseguiti; la mancanza di fatture di esecuzione dei lavori da parte del fornitore/impresa esecutrice», Va avanti la procura.
Ottenuta la concessione dei crediti d’imposta fittizi da parte dell’Agenzia delle Entrate, gli stessi erano monetizzati direttamente dalle società rappresentate dall’indagato mediante cessione del credito alla società Poste Italiane SpA, ceduti a soggetti terzi, persone fisiche e/o giuridiche, i quali provvedevano, anch’essi, a monetizzarli attraverso l’ulteriore passaggio di cessione dei crediti alla società Poste Italiane SpA. Li utilizzavano indebitamente, sui modelli F24 presentati, in compensazione al pagamento di debiti di natura tributaria e/o previdenziale, precisa la Procura.
Il sequestro è stato coordinato dai finanzieri del Nucleo Operativo Metropolitano di Bari nelle province di Bari e Foggia in attuazione del provvedimento d’urgenza emesso dalla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese.