Promette la purificazione spirituale, il santone di Miggiano si difende: «Sono strumento di Dio»

È stata la denuncia di un padre disperato nei confronti di un sedicente leader spirituale, a far scattare le indagini della procura di Lecce su Bouasrya Kadir, accusato di manipolare e soggiogare suo figlio, insieme ad altri adepti, all’interno di una setta sincretica. Attraverso pratiche spirituali rigide e digiuni prolungati, l’uomo promette la “salvezza dell’anima”.

La denuncia

Nicola, 80enne di Foggia e padre di un adepto, ha presentato una denuncia preoccupato per lo stato di salute del figlio, di 47 anni, già psicologicamente fragile, e che sarebbe caduto nella rete di Kadir, il quale si presenta come “figlio di Dio” e guida spirituale di un gruppo che pratica forme di guarigione psichica e fisica. L’uomo, sottoposto a pressioni psicologiche e progressivamente isolato dalla propria famiglia, ha lasciato il lavoro e si è trasferito a Miggiano, dove vive con Kadir e altri adepti in uno stato di isolamento. «Luigi è stato indotto a seguire regole che mettono in pericolo la sua salute fisica e mentale», dichiara il padre, preoccupato soprattutto per l’anemia del figlio, aggravata dai lunghi periodi di digiuno imposti dal leader del gruppo. Secondo quanto riportato nella denuncia, Kadir non solo eserciterebbe un controllo psicologico sui membri del gruppo, ma gestirebbe anche il denaro che questi ricevono dalle proprie famiglie. Il 47enne, infatti, avrebbe più volte chiesto denaro al padre, che però sospetta sia stato utilizzato per scopi diversi da quelli dichiarati. «Kadir approfitta delle debolezze di queste persone per sfruttarle economicamente e tenerle sotto il suo controllo», ha affermato l’80enne.

Il gruppo

Dai membri della setta arrivano smentite e controaccuse. Una giovane adepta ha dichiarato: «sono tutte menzogne, siamo felici di quello che facciamo. La missione di Kadir è fare la volontà di Dio e diffondere la verità di Cristo al mondo. Viviamo secondo i comandamenti di Cristo. Bisogna fare la volontà del Signore, non solo leggere la sua parola come avviene in Chiesa».

La versione del leader

Kadir, dal canto suo, respinge le accuse messe nero su bianco dai familiari di alcuni adepti, che hanno portato la sua setta alla ribalta nazionale, ribadendo la legittimità della sua missione. «Ognuno è libero di dire ciò che crede», afferma. «La verità non sta in quello che si crede, ma in quello che si vede. La Chiesa crea fedeli disposti a mettere soldi nella cassetta delle offerte, poi chiedo io qualcosa e vengo insultato. Il Signore mi usa come strumento per provare i fedeli della chiesa cattolica. Alcune volte mi ha mandato, nel momento del bisogno, a chiedere anche un barattolo di salsa e mi è stato negato, e sono stato criticato, giudicato, umiliato. Quelle stesse persone hanno messo diversi soldi per una statua che non ha occhi per vedere, orecchie per sentire e mano per toccare il prossimo».

Le indagini

La vicenda, che ha già coinvolto diverse famiglie, sarà oggetto di ulteriori indagini da parte del pubblico ministero della procura di Lecce, che dovrà fare chiarezza su quanto avviene all’interno di questo gruppo spirituale. Le accuse mosse contro Kadir potrebbero configurarsi come violenza privata aggravata e sfruttamento psicologico. Il santone è convinto di essere un discendente diretto di Dio con poteri di guarigione sia psichica che fisica e leader spirituale di un gruppo di preghiera di tipo terapeutico. Mentre, per i familiari degli adepti, si tratterebbe semplicemente di un ciarlatano. I carabinieri, dopo un primo sopralluogo, pare non abbiamo riscontrato estremi di reato.

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