Reclusione in carcere, interdizione dai pubblici uffici, revoca delle misure pubbliche di sostegno sociale e risarcimento del danno in favore della parte civile costituita: è quanto disposto dal giudice Giuseppe De Salvatore del Tribunale di Bari nei confronti degli imputati nel processo al clan Pistillo di Andria.
Si è concluso il primo grado di giudizio che ha visto coinvolti esponenti del gruppo criminale, condannati, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga. Ad alcuni di loro attribuita anche l’aggravante del metodo mafioso.
Nel dettaglio, il dispositivo prevede per Michele e Francesco Pistillo, la condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione; 20 anni per Vincenzo Pistillo e Nicola Bruno; 19 per Nicola Messina; 16 per Riccardo Leonetti; 4 anni per Isabella Cicolella (moglie di Michele Pistillo) e Nunzia Sinisi (moglie di Francesco Pistillo); 14 anni per Vincenza Orlando; 10 per Daniele Mosca; 9 anni e 6 mesi per Benito Pistillo; 5 anni e 4 mesi di reclusione e 6mila euro di multa per Giovanni Pistillo; 6 anni e 4 mesi e 28mila euro di multa per Paolo Lovreglio; 7 anni e 20mila euro di multa per Gianluca Matarrese; 4 anni e 8 mesi e 12mila euro di multa per Ervin Plaku; 3 anni e 8 mesi e 10mila euro di multa per Denis Shellegaj; 4 anni e 10mila euro di multa per Innocenzo Panicocolo; 3 anni e 8mila euro di multa per Luciano Donnazita.