Depositata agli atti del processo a 18 militanti di Casapound una chat dalla quale si evincerebbe la pianificazione della spedizione punitiva che la Procura contesta loro.
Il processo
Imputati nel processo Giuseppe Alberga, l’ex referente del circolo barese “Kraken” e di Casapound, con altre 17 persone, per l’aggressione contro i partecipanti alla manifestazione “Bari non si lega” del 21 settembre 2018. La manifestazione fu organizzata in concomitanza con la visita in città dell’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Secondo la Procura di Bari, ad aggredire i partecipanti furono alcuni militanti di Casapound. Per questo, i 18 imputati rispondono, a vario titolo, di riorganizzazione del partito fascista e lesioni personali aggravate.
La chat
Alberga nella scorsa udienza aveva spiegato come quella sera, nella sede del circolo di viale Eritrea, «era in corso una festa tra soci e altri partecipanti esterni all’organizzazione» e, aveva precisato, «non c’è stata nessuna manifestazione fascista, ma una serata tranquilla. È un caso che fosse in concomitanza con l’altra manifestazione». Ma il procuratore Roberto Rossi aveva letto la trascrizione di una chat tra Alberga e un altro imputato, in cui il secondo avrebbe detto al primo “facci trovare le armi”. Alberga gli aveva risposto che, con quell’espressione non si intendevano in alcun modo armi, ma solo «birre, focacce o altre cose da mangiare e da bere». Nell’udienza di ieri, su richiesta dei difensori, è stata depositata la copia forense del contenuto del telefonino di Alberga. Si torna in aula il 21 novembre.
Il presidio Anpi
All’esterno del Palazzo di giustizia, intanto, il comitato provinciale dell’Anpi, costituita parte civile nel processo, ha organizzato un presidio democratico all’esterno del Tribunale perché si faccia quanto prima giustizia.