La giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Foggia, Michele Valente, ha chiesto il rinvio a giudizio per 22 persone nell’ambito di un’inchiesta su una presunta compravendita di voti nel capoluogo dauno in occasione delle elezioni regionali del 2020.
Tra le persone indagate ci sono anche Danilo Maffei, candidato alle regionali con la lista “La Puglia domani” ed ex consigliere comunale a Foggia e il padre Ludovico Valente, responsabile di una cooperativa del servizio di bidellaggio nel comune capoluogo.
Le indagini sono coordinate dai sostituti procuratori Roberta Bray ed Enrico Infante, gli stessi titolari anche dell’inchiesta su un sospetto giro di tangenti al Comune di Foggia che vede coinvolto, tra gli altri anche l’ex sindaco di Foggia, Franco Landella.
Del presunto voto di scambio si fa cenno anche nella relazione con cui è stato deciso lo scioglimento del Consiglio comunale di Foggia per infiltrazioni mafiose avvenuto il 5 agosto del 2021.
Secondo quanto emerso, Danilo Maffei avrebbe «direttamente o per interposta persona» dato denaro o altra utilità ad alcuni degli indagati in cambio del voto. Ludovico Maffei, il padre del candidato, è accusato di aver minacciato una dipendente della sua cooperativa «per costringerla a falsificare il verbale delle operazioni elettorali del Comune di Foggia del seggio in cui la donna era presidente in modo da far risultare che il proprio figlio avesse conseguito quaranta voti e non già quattro». In caso negativo Ludovico Maffei l’avrebbe minacciato che non le avrebbe fatto «proseguire il rapporto di lavoro».