Presi dopo una spaccata a Bari, il giudice li rimette in libertà

Arrestati dopo aver mandato in frantumi la vetrata di un negozio e rimessi in libertà 36 ore dopo. Accade a Bari, dove solo nel primo semestre dell’anno si sono registrate 71 spaccate, fra furti riusciti e tentati. Da luglio in poi, molti altri hanno rappresentato un elenco allarmante. L’ultimo, nella notte fra lunedì e martedì scorsi: intorno alle due una telefonata anonima alla Centrale operativa della Questura di Bari ha segnalato la presenza di tre persone davanti a un negozio di latticini in via Napoli e ha fatto scattare un’auto della Volante.

I poliziotti, arrivati sul posto, hanno visto scappare e hanno rincorso due dei tre segnalati, acchiappandoli a distanza di due isolati. I due, di nazionalità albanese, di 24 e 30 anni, sono risultati avere numerosi precedenti penali, anche specifici, a loro carico. Tuttavia, dalla perquisizione non è emerso nulla di utile all’accusa.

In compenso, come ricostruito dagli investigatori, i due avrebbero distrutto la vetrata del negozio, utilizzando il massetto in cemento preso da un vicino cantiere, senza però riuscire a rubare nulla, ma provocando all’esercizio commerciale danni per 7 mila euro.

I due sono stati accompagnati in Questura e poi portati in carcere in attesa dell’udienza di convalida. Nel frattempo, sono state acquisite le immagini di videosorveglianza nelle quali si distinguono chiaramente i giovani, con l’ombrello sulla testa. Il pm, ritenendo di avere tutti gli elementi utili, ha quindi chiesto il processo per direttissima, al termine del quale ieri mattina il giudice monocratico ha invece disposto la scarcerazione dei due.

In sostanza, non sarebbero emersi elementi sufficienti a tenerli in carcere, mancando sia la flagranza che la semiflagranza (non avevano addosso attrezzi e le immagini sono state visionate dopo il fermo). Gli atti d’indagine ora saranno trasmessi integralmente al pm perché proceda a concludere l’inchiesta e, se riterrà, ad istruire un processo. Ma, nel frattempo, resta l’amarezza della proprietaria del negozio, con danni elevati da pagare e nemmeno la possibilità, ieri al tribunale, di testimoniare. Resta il lavoro, apparentemente inutile, degli agenti intervenuti. Resta la paura della cittadinanza barese che non può proprio abituarsi alle incursioni notturne, al rumore delle vetrate che vanno in frantumi e allo sconforto degli imprenditori, già piegati dall’aumento vertiginoso delle bollette dal carovita e da una situazione economica sempre più difficile.

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