L’avvocato Michele Crisostomo, presidente dell’Enel dal 2020 al 2023, «non era a conoscenza» delle criticità della Banca popolare di Bari quando ha assunto il ruolo di consulente dell’istituto di credito nell’operazione di acquisizione della banca abruzzese Tercas.
Ad affermarlo è stato lo stesso Crisostomo, ascoltato come teste della difesa in tribunale a Bari nell’ambito del processo che vede imputati gli ex amministratori della Popolare di Bari, Marco e Gianluca Jacobini, accusati di aver falsificato per anni i bilanci e i prospetti e di aver ostacolato l’attività di vigilanza di Bankitalia e Consob.
Crisostomo, rispondendo alle domande della pm Savina Toscani, ha spiegato anche di non essere informato sulla sanzione irrogata da Banca d’Italia che inibiva la crescita della Popolare di Bari, né che nel 2013 l’istituto fosse sotto ispezione.
L’ex presidente dell’Enel, a lungo consulente della banca per i prospetti informativi sugli aumenti di capitale sociale e per l’acquisizione di banca Tercas, ha spiegato come Gianluca Jacobini non fosse «mai intervenuto» sul contenuto del prospetto (redatto da Crisostomo e dai consulenti sull’acquisizione di Tercas) ma che «con lui si ragionava su a che punto del processo si fosse».
«Non c’era coinvolgimento sul contenuto del prospetto informativo – ha precisato -, ma i vertici della banca si occupavano di capire come andasse avanti l’intero procedimento, in una situazione fisiologica. C’era l’intenzione di capire cosa stesse succedendo».